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PER LA CRITICA DEL PRESUPPOSTO 1. ALLA RICERCA DI UN'ALTRA SPIEGAZIONE

In document IN THE SECONl) HALF OFTHE16TH CENTURY (Pldal 131-139)

DELLE SPIEGAZIONI DI GYORGY ENYEDI

4. PER LA CRITICA DEL PRESUPPOSTO 1. ALLA RICERCA DI UN'ALTRA SPIEGAZIONE

La presentazione del quinto paragrafo (pp. 153-154) ha un incipit tecnica-mente assai rilevante. Lo possiamo dividere in tre segmenti.

a.

n

primo riasBume l'intera ostensio del quarto paragrafo in queBti termini: « Si igitur expoBitores in hoc principio IohanniB interpretando non conBentiunt [ ... ] ».105

b. Il secondo condenBa invece tutta la declaratio del terzo paragrafo nella seguente formula: « [Si igitur] illud in quo [expositoreB] consentiunt Btare non poteBt [ ... ] ».1on

c. Le due BOBpensioni del diBcorso introdotte dal «Bi igitur » si risol-vono nella clausola imperativa: « Alia omnino verborum istorum quaerenda est explicatio ».107

Si tratta della ripreBa pratica di un frammento di discorBo abbandonato Bulla cloture del primo intervento. Avanti di giungere alla distinzione tecnica proposta dal pensiero logico tra il finis generationis eil finis rei genitae nella cauBa finale, l'Enyedi era infatti pasBato ad un assaggio di tipo propositivo riprendendo nelle Bue mani esegetiche il clamoroso argomento ermeneutico Bozziniano sulla « occasione » e sulla « causa » della scrittura giovannica.

101 Jvi, p. 153: « Minor probatur nam, illud MundUB per ipsum factUB est, e:x:pli-catur per illa verbe.: Quotquot autem eum receperunt etc.».

108 FSE, pp. 6-7. In pe.rticolare: il Sozzini affenne. ehe Giove.nni, di fronte e.l problema della scritture., comincia imite.ndo Mose, « qui - historiam suam descri-bens - e.b hoc nomine principii et ipse e:x:ordium sumpsit ».

104 GEE, p. 153: « Denique, qui eo moventur, ut crede.nt de veteris mundi cree.-tione hie Iohannem disserere, quod tarn Moses quam lohe.nne evangelista similiter et iisdem verbis ordiuntur librum suum, nimis inepti sunt. Ne.m hac ee.dem ratione dicere quis posset lohe.nnem hie de eadem re scripsisse de qua leremias cap. 26 et 27, eo quod ille quo~ue ab bis verbis illa capita incepit: In principio etc.~.

105 m. 106 lvi.

107 Jvi.

A veva cioe proposto di cercare dentro il testo la spiegazione del testo invece di abbandonarsi alla decifrazione della scrittura attraverso l'alfabeto di una cultura eaterna al testo. (Impossibile, in questa sede, condurre un'analisi del rapporto tra il « sola scriptura » della tradizione riformata e il « sola scriptura » dell'innovazione unitaria nonche del significato da attribuire alla domanda di una tabula rasa nella lettura del vangelo).

Rintracciare l'occasio scripti nel trentunesimo versetto del ventesimo capitolo significava rinunciare ad accerchiare il prologo con delle ipotesi provenienti dall'immaginazione teofogica e voleva dire predisporre un altro archivio di domande da fare al testo. II fine dell'organizzazione di questo nuovo archivio era quello di ottenere delle risposte alle esigenze pratiche formulate dal « pius » leliano; la cui prolazione illumina il procedimento ehe raschia la « tabula » e ridisegna i graffiti incisi dalla transizione moder-na. II « pius » infatti vuole sapere ehe uso fare della sua fede nella testimo-nianza: « Haec autem scripta sunt ut credatis quod Iesus est Christus filius dei et ut credentea vitam habeatis in nomine eius ».

4.2. IL LUOGO DELL'ESEGESI

La scoperta del versetto 20: 31 per la spiegazione del prologo aveva avuto un'importanza strategica nell'organizzazione del discorso di Fausto Sozzini.

Essa rappresentava infatti la comprensione e la trascrizione della « nuova soggettivita •, ehe veniva messa al centro della « storia » con le sue domande e quindi illuminava dal fondo tutto il percorso ehe sta tra l'in principio e l'ut credatis. E' questo un intervallo nel quale non e assolutamente lecito mattere dentro delle <c cose » le quali impediscano di percorrere linearmente lo spazio esistente tra i due « pali » facendoci perdere nei sentieri de/vianti delle costruzioni teologiche, le cui fondamenta sono dei veri e propri sbarra-menti del testo. II loro effetto di potere

e

infatti quello di condurre il lettore alla fine della storia senza ehe conservi la « memoria » del motivo per il quale ha intrapreso il « viaggio » tra le parole della « buona novella ».

Ebbene: tutte le explicationea sociniane preparate dopo il 1568 - e arrivo a comprendere in questo tutte anche le piu tarde, quasi estenuate, spiegazioni di Walenty Szmalc e di Jonasz Szlichtyng - stanno tra i due versetti (o pali del territorio delimitato per l'indagine) occupando in modo permanente l'intervallo sotto la forma di lavoro esegetico. Esse non sanno dunque piu ehe cosa dire: sono puramente ripetitive di un nucleo ermeneutico ehe aveva aperto il circolo e allora si esercitano sul testo-intervallo percor-rendo polemicamente ogni sentiero in cui s'e inoltrata la teologia dominante, ehe mostra la propria egemonia ristrutturando a sua immagine quel lin-guaggio ehe aveva preteso di negarla. La controversia

e

condotta alla luce del gia-detto, ehe perde progressivamente il suo impianto « laico » leliano adattandosi alle forme dettate da chi comanda il gioco. Le spiegazioni soci-niane, infine, cercano di dare costituzione formale al salto del « continuum » ovvero di legittimare il percorso lineare proposto dalla traduzione sozziniana del vangelo giovannico.

Il loro lavoro piu congeniale e quello di provare ehe l'aggancio tra Gio-vanni 1: 1-18 e GioGio-vanni 20: 31 ( comme rapporto tra la « fine » ehe

illu-127

mina il

«

prine1p10 » e spiega il

«

fine ») e leeito sotto ogni punto di vista.lOB In questo modo, proseguendo nell'appena abbozzato « vizio esegetieo » dell'ermeneutiea faustina, i teologi dell'unitarismo si mettono a studiare tutte le diseipline umanistiehe per poterle utilizzare nella (o per la)

«

eon-firmatio » della svolta interpretativa.

Si assiste infatti, nel periodo di formazione di quella ehe si ehiama la c seolastiea soeiniana », a una diffusa ripresa degli studi filosofiei tradizionali con partieolare attenzione alla logiea aristotelica; degli studi storici sulla ehiesa primitiva eon investigazione degli scritti patristiei; degli studi lin-guistiei ehe permettevano anehe un'utilizzazione piU sistematiea degli ori-ginali ebraiei del veeehio testamento.

4.3. LA SPIEGAZIONE C'E GIA

II. fatto e ehe l'esegesi unitaria (come del resto ogni altra diseiplina esegetiea in quanto tale) sapeva sempre in antieipo ehe eosa bisognava trovare alla fine della rieerca, perehe si trattava di produrre ogni volta una « explieatio » ehe in realta esisteva gia: quella, appunto, di Lelio Sozzini.

n

problema eentrale dell'unitarismo, nella fase in eui la strumentazione esegetiea della ehiesa si modella su quella esistente (ehe si viene eosi pro-gressivamente sovrapponendo e sostituendo a un testo ehe non ne sopportava nemmeno la presenza ai margini della pagina), diventa pero quello della ri-produzione del « nucleo » della Brevis explicatio e dell'Explicatio evi-tando il modello di comunieazione fondato sulla pura e sempliee riproducibi-lita teenica.

E' per questo motivo ehe anehe il paragrafo quinto (eome ogni altro passaggio « teorieo ») delle spiegazioni enyediane si presenta come un

« momento » organizzativo nel proeesso di accumulazione ed elaborazione di dati emergenti dall'approfondimento della contemporanea eontroversia eonfessionale, la eui frequentazione eonsente di produrre un altro discorso teologieo al posto di un testo ehe era altro dal discorso teologieo.

La « eontroversia » ha - eom'e noto - delle norme alle quali bisogna rendere omaggio, se si vuole restare all'interno della diseiplina ehe sovrin-tende al dibattito teologieo; di eonseguenza essa impone delle regole di com-portamento eui

e

necessario adattarsi e uno stile di pensiero al quale bisogna uniformarsi (anche eome « eretiei »), se si desidera rimanere nell'ambito nel quale si e entrati in quanto « ehiesa ».

Una delle regale fondamentali, ehe determinano a loro volta il eompor-tamento da assumere alla stregua di un rigido meceanismo, e ehe ogni aeeu-mulazione dell'avversario il quale eontra/verte sulla base di una serittura immessa nel mereato dell'interpretazione comporta una ripresa allargata della rieerea erudita. Rieerea la quale si viene amplifieando sempre di piu a spese dell'interpretazione, ehe tende - per sua natura - a mettere

eonti-108 Jvi: «In quam [nella. ricerca di un'eltra. spiega.zione della. fonnula. incoa.tiva.

di Giova.nni, dato ehe l'interpreta.zione tra.diziona.le

e

inconsistente] omnibus studiosis sa.cra.rum litera.ru.m incwnbendwn sedulo est ».

nuamente in diseussione il proeesso di rieonoseimento del soggetto in una comunita eeclesiale.

Uno dei territori maggiormente battuti e - eome s'e detto - quello della patristiea. Un corpus di informazioni sottoposto all'analisi storieo-filo-logiea ehe fornisce sempre nuovi appoggi (sul modello ehe aveva adottato anehe il protestantesimo classieo) a quella ehe « in prineipio » era stata solo una svolta radieale nella serittura religiosa: il vangelo « secolarizzato » di Lelio Sozzini, ehe sembrava eosl aver esaurito l'energia eretieale einqueeen-tesca nel suo lavoro di destrutturazione.

Non solo la rieerea enyediana

e

rieerea di una soluzione gia saputa. Ma

e

una vera e propria (( dissolutio » della ricerea perehe non prova piU neppure (al contrario dell'intervento faustino) a « traddure » quanto di informativo rimaneva nel testo di Lelio. Essa rinuneia eioe alla spiegazione eome produzione di nuovi signifieati ( « ex-plieatio ») e si eoneentra uniea-mente sull'induzione di veeehi signifieati ( « in-plieatio » ). Basta vedere quello ehe aeeade nella sistemazione del rapporto tra « potere » e « lavoro », ehe cristallizza semplieemente la eoneezione umanistieo-borghese eonsegnata dalla transizione alle prime spiegazioni sozziniane. (Da rammentare ehe la radiealizzazione claudiopolitana degli anni settanta, in analogia eon quella lituana, non eomporta neeessariamente - eosi eome potrebbe suggerire uno sehema lineare del progresso delle idee religiose ehe nell'eta moderna si laieizzano - una maggiore insistenza sul tema del lavoro messianieo pagato eon la eoneessione del potere.)

4.4. SOLA SCRIPTURA

11 metodo della rieerea enyediana e quello (( classieo » inaugurato dall'er-meneutiea protestante e rivisitato (eon delle modalita ehe

e

aneora prema-turo definire) dai Sozzini: il « sola seriptura ». Quello ehe qui importa non

e

segnalare la sua radiealizzazione esibita tanto dalla Brevis explicatio quanto dalla Expliwtio; anehe se

e

vero ehe - eome abbiamo ripetuta-mente detto - quest'ultima era gia in gran parte stanziata nel campo del-l'esegesi: i vettori ehe faeeva partire da aleuni punti d'innesto leliani con-ducevano quasi tutti all'addossamento di prove raeeolte dal patrimonio eul-turale, eon l'obbiettivo della fondazione storieo-filosofiea del diseorso ereti-eale. L' Explicatio, inoltre, proeedeva non senza avere manifestato qualehe

« nostalgia » della eontinuita, ehe emerge piU eompiutamente nella sequenza sui « reclamatores » deseritta dal De falsa et vera nel 1568.

Quello ehe importa

e

vedere come viene svolto il primo vettore interpre-tativo (ed

e

solo un esempio), disegnato da Fausto, sul modo migliore di lavorare sopra un testo appartenente alla serittura evangeliea in quanto struttura eulturalmente autonoma, perehe testimonia della posizione ideolo-gica ehe abbiamo definita esegetiea: ripresa del nucleo ermeneutieo eostitu-tivo del diseorso ehe viene sottoposto alle piu svariate proeedure rilevate dall'arsenale del <c pensiero eristiano » e del <c pensiero filosofieo » per essere fondato di fronte ai detrattori.

n

primo vettore faustino eui qui mi riferiseo

e

quello relativo alla eom-prensione del potere ehe

e

in grado di esereitare una eultura superiore su di

9 Antitrlnitarianlem 129

un testo ehe viene avvistato e (Bueeessivamente) ineorporato. Ed e proprio da questo Bpeeifieo ehe riparte l'Enyedi. Al teologo transilvano Bembra ehe abbiano adottato il migliore mezzo d'interpretazione (interpretandi via) eoloro i quali Bi Bono sforzati di « pervestigare » e di « illuBtrare » la mente dello serittore di eui Btanno analizzando la produzione attraverso la « eol-latio » dei luoghi simili all'interno del testamento ( similes scripturae loci) e non partendo dal proprio livello linguistieo e dottrinale.

Il metodo della eollazione delle « frasi equipollenti », stabilite sulla base della loro Bimilitudine (un problema del tutto aperto per quanto riguarda il riflesso e la produzione del « moderno » nella definizione religiosa del valore-uguale), eonsidera i luoghi eome un sistema di traeee da Beguire (pervestigatio) e da mattere in luee perehe la loro perspieuita eonvinea ( illustratio) .109

4.5. SAPERE E POTERE

L'altro aeeoBtamento al testo - aeeoBtamento ehe svolge l'impostazione preeedentemente indieata - eonBiste nel eereare di penetrare dentro il modo di pensare dell'autore e di rendere ehiara la sua « intentio » al mo-mento della produzione (mentem scriptoris pervestigare et illustrare).

L'operazione enyediana, ehe mette in eampo un risultato fondamen-tale di Fausto Sozzini, eonsiste nel distinguere - sulla baBe della prova gia fatta eon il diseorso Bulla eausa finale - il luogo di produzione di un teBto dal BUO luogo di eireolazione. EBBa da conto della eomprensione del fatto ehe un qualsiasi teBto entra nella sfera della eireolazione eompletamente autonomizzato dal.suo produttore, anehe quand'e lo BteBso autore ad im-metterla sul mereato.

L'Enyecli propone di adottare la seguente griglia per la eomprensione di questo proeeBso di autonomizzazione del testo dall'intenzione dell'autore quando l'opera eomineia a eireolare:

a. una lingua interpretativa di un'altra ehe le e totalmente estranea:

il greeo sopra l'ebraieo;

b. una dottrina filtrante una eomunieazione ehe le edel tutto esterna:

il platonismo sovrapposto al profetismo della tradizione giudaiea.

Siamo, eome si vede ehiaramente dallo sehema, in un territorio ehe pre-dispone gli elementi Btrategiei di un diseorso sul potere ermeneutieo e offre aleuni frammenti per lavorare intorno a una genealogia della traduzione.

Abbiamo detto ehe il referente di questo diseorso enyediano

c

il rap-porto sapere/potere svolto da Fausto Sozzini eome tema eentrale del suo excur8U8 Bulla « immaginazione » ehe - sulla base della denuneia leliana del « figmentum » tradizionale - rigetta la mediazione platoniea in quanto

1 09 Jvi: « Optime.m e.utem interprete.ndi vie.m ingreeei videntur mihi esse illi.

qui - non ex peregrinis quibusde.m turn linguis turn doetrinis, eed ex similium ecrip-ture.e locorurn eolle.tione - mentem seriptoris pervestige.re et illuetre.re cone.ntur

Lo see.rto enyedie.no riepetto e.i corrispondenti pe.see.ggi fe.uetini sull' « interprete.ndi genue 1> (FSE, p. 7)

e

re.ppreeente.to de.Ha pe.role. « lingua 1> antieipe.te. riepetto e. « doe-trina 11. Questo pero non eignifica. ehe qui venga e.ffronte.to il deelivio delle. dingua peregrina » (dopo ehe Fe.ueto Sozzini aveve. svolto quello delle. • doctrina peregrine. ») in re.pporto e.l teeto giova.nnico.

sistema culturale ehe stravolge il prologo perche esercita la traduzione dei testi come assimilazione e incorporamento.110

TI grande apporto della Explicatio alla conoscenza del « politico »

e

quello della decifrazione dell'esercizio del potere svolto da una cultura superiore quando essa si accosta ad un'altra cultura, annettendosene gli elementi allotri (e pericolosi per la propria stabilita e autoriproduzione) attraverso l'organizzazione di un sistema interpretativo ehe ha la funzione primaria di cancellare le differenze traducendole tutte nel proprio linguaggio e contemporaneamente di occultare le tracce della violenza impiegata nell'o-perazione.

E

tutto questo avviene non toccando i significanti ma solo mano-vrando i significati.

Valga, come esempio, quello ehe viene detto a proposito della nozione greca di Myoc; in rapporto alla pratica del i:ii profetico-messianico, perche

T T

altamente rivelatore della virtus di sopprimere la differenza quando si pos-siede la « macchina » ermeneutica (e poi politica) dell'infinita traducibilita dei linguaggi.

Sulla base di questa indicazione del percorso di lettura del prologo (indi-cazione intenta a comprendere il passaggio di una scrittura ehe va dal luogo di produzione al luogo di circolazione) l'Enyedi allestisce tutta una minuziosa critica delle procedure culturali dominanti. Esse vengono sorprese - nel loro esercizio - come potere assorbente delle « macchie » ehe si formano alla periferia e ehe non possono essere lasciate in preda alla loro spontaneita.

Il lavoro enyediano di allar gamento sistematico della posizione di Fausto Sozzini consiste nel controllare accuratamente il funzionamento dei meccanismi difensivi o frenanti messi in moto da una cultura in presenza di una «rottura » o di una « alterita » radicale (per esempio: l'elemento dirom-pente ed espansivo del cristianesimo e la resistenza del « mondo » greco) e viene tecnicamente impiantato ritessendo gli stessi fili dell'habitu..~ indos-sato dall'eretico senese contro il platonismo.

L'attacco di Fausto Sozzini alla « cittadella » greca del cristianesimo e contenuto nella spiegazione del quattordicesimo versetto. Esso contiene, com'e fäcile controllare, tutti i passaggi di base utilizzati dall'Enyedi nel suo lavoro esegetico.

<c Nam, ei ea non addidisset, potuisset aliquis, et quidem iure, in eum errörem incidere, in quem plerosque omnes, sed nunc maximo ipsorum vitio, incidisse videmus. Hoc est, ut existimaret verbum hoc, de quo scribit Ioannes, aliud quid diversum esse, vel aliquando fuisse, ab homine illo Iesu; et, platonica philosophia fortasse imbutus, cum videret et deum hie appellari et in principio apud deum fuisse (quin et mundum per id factum esse), statim persuasus foret evangelistam nostrum procul dubio Platoni omopsiphon esse, quin de deo aliqua scripsit ex quibus opinionem istam de trinitate - quae passim recepta est - originem du:xisse non dubito. Etenim valde illi consentanea sunt ipsius Platonis et eius sectatorum scripta, qualia sunt Iamblici et coeterorum, qui tarnen omnes a Mercurio illo Trismegisto

11

°

FSE, PP• 7 e 10. Ma, soprattutto, pp. 28-34.

9* 131

haee hausisse videntur, quod ita se habere aliquorum seripta testantur, qui istorum auetoritate trinitatis opinionem eonfirmare non sunt veriti ».111 Non sara inutile rieordare ehe nella seeonda redazione dell' Explicatio (quella albana del 1568 ehe qui utilizziamo) il paragrafo sul ~al

o

Ä.6yo~

O'de~ lyeve"l:O

e

interamente rifatto rispetto alla prima versione ( quella del 1562/1563 pubblieata dal Du Jon) e ehe non eontiene aleuna traceia di questo inserto sulla genealogia del « figmentum » trinitario.

4.6. RISPOSTA SOCRATICA E COMPORTAMENTO PLATONICO György Enyedi parte dal seguente esempio. Ammettiamo ehe uno - desi-deroso di approfondire la eonoseenza della vita del messia - si ineontri eon il vangelo giovannieo e si sforzi di eapire «ex illius leetione », eonside-rata eome « historia vera », quello ehe voleva sapere.112 Non e'e dubbio pero ehe, di fronte alla lettura del prologo, egli resti attonito.113 Davanti a questa reazione psieologiea puo assumere due eomportamenti culturali diversi tra di loro e dare due risposte politiche diametralmente eontrarie.

a. Una risposta soeratiea. Ha eome suo emblema il eomportamento di Soerate davanti alla lettura del trattato Bulla natura seritto da Eraclito114•

(un autore soprannominato appunto l'Oseuro per la dilatazione estremistiea dell'appareeehiatura metaforiea nella eomunieazione del suo pensiero).

Questo eomportamento

e

raeehiuso nella seguente formula, ehe l'Enyedi eonsidera molto eorretta nei eonfronti della serittura diffieile da deeifrare e rispettosa dell'alterita: « Ea quae intelligat esse praeclara; quae non intel-ligat, suspieari etiam esse bona ».115

b. Una risposta platoniea. Ha eomQ suo stendardo l'atteggiamento di Amelio (eosi eom'esso ei

e

stato tramandato a partire da un'annotazione di Eusebio) davanti alla seoperta del prologo giovannieo:llß « Dispeream, in-quam, nisi barbarus iste, breviter eomplexus est, quae de divina ratione, prineipio et dispositione, divinus Plato et Heraelitus tradiderunt &.117

4.7. LA CULTURA NONE INNOCENTE

Da ehe eosa

e

determinata questa seeonda reazione di fronte a un testo (obbiettivamente diffieile seeondo l'Enyedi) eome quello di Giovanni, rea-zione eosi differente dall'umile approeeio soeratieo alla « oseura » serittura

m I vi, pp. 29-30.

112 GEE, p. 153: « Ponernus enim casum, eliquem vitae Christi (de quo antee.

pe.rum sciverit) cognoscendae cupidum, incidisse in evangelium hoc Iohe.nnis, e.tque ex illius lectione, tanquern historia vera, id quod cupiebat, intelligere conari. (Verisi-mile enim est, ideo hoc opusculum a lohanne confectum ut quivis ex eo res gestas et vitam Christi cognoscere possit) ».

113 Ivi: « Certe non est dubium, ubi hoc principium legerit, attonitum he.esurum ».

m Ivi: «Et, e.ut illud quod Socrates, Heracliti a"urlvw libro lecto, dictu-rum [ ..• ] ».

llo Ivi.

m Ivi: « Aut [ ... ] illud quod Amelius philosophus ple.tonicua facturwn, qui cum in lectionem huius evangelii incidisset, [ ... ] e:x:clernasse fertur ».

117 Ivi, p. 154.

eraclitea ~ La risposta svolge cli nuovo il tema di Fausto Sozzini sul rapporto sapere/potere. Ma questa volta il rapporto non viene analizzato a partire dal soggetto ufficialmente delegato al lavoro dell'interpretazione dalla ge-rarehia. Viene analizzato, al eontrario, eentrando la ricerea sulla figura del-l'intellettuale della eultura dominante ( philosophus platonicus).

Colui il quale e impregnato anehe solo superfieialmente (imbutus) cli una determinata concezione del mondo, e osserva tutte le eose ehe vede intingendole nell' alveus della sua « offieina infeetoris » eosieehe rieevano il eolore delle proprie « opinioni filosofiehe », presenta - in ogni incontro della sua vita - un pre/giudizio eulturale ehe ha assunto uno spessore eosi largo da non permettere aleuna penetrazione dall'esterno. Anzi, la sua posizione

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(eome) quella cli un guerriero ehe eombatte affinehe, nel duello delle dot-trine e delle opinioni, l'arma dell'avversario non squarei la propria corazza, eioe non ferisea la propria pre/sunzione. Come l'uomo d'arme infatti egli

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(eome) quella cli un guerriero ehe eombatte affinehe, nel duello delle dot-trine e delle opinioni, l'arma dell'avversario non squarei la propria corazza, eioe non ferisea la propria pre/sunzione. Come l'uomo d'arme infatti egli

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