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I termini delle lingue speciali

In document Szaknyelvoktatás és multikulturalitás (Pldal 172-178)

L’Italiano risorsa del “Sistema Italia” e lingua di cultura europea

CARATTERISTICHE DELLA LINGUA DELL’ECONOMIA IN BASE ALLE RELATIVE FORMAZIONI UNIVERSITARIE

6. Le lingue speciali

6.1. I termini delle lingue speciali

La lingua speciale non è l’unico termine adoperato per definire l’oggetto della nostra analisi, gli studiosi usano diverse denominazioni come descritto da Zanasi:

”La ricerca linguistica italiana ha infatti proposto in più sedi una sinossi delle definizioni che sono state impiegate per riferirsi alle varietà specialistiche del repertorio standard che appartengono alle elaborazioni di linguistica teorica proprie dei singoli studiosi e delle scuole in cui essi si sono formati. Denominazioni quali: lingue speciali, linguaggi scientifici, microlingue, lingue e linguaggi settoriali, lingue di specializzazione, lingue per scopi speciali

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o specifici, sottocodici, tecnoletti, discorso specialistico, comunicazione specialistica hanno avuto, con diverse fortune, la propria giustificazione d’impiego.” (Zanasi 2012: 1)

Secondo Balboni il termine giusto da utilizzare sarebbe invece microlingua, più precisamente

”le microlingue scientifico-professionali” perché questa denominazione è capace di rispecchiare tutte le parti importanti del soggetto, indicando la necessità della competenza comunicativa per essa e in aggiunta esprime che si tratta di un ”macrosistema linguistico”

(Balboni 2000: 14). La seguente definizione ci rivela un ulteriore aspetto delle lingue speciali:

”Lingua speciale Linguaggio o sottocodice settoriale: «Linguaggio usato in discipline specialistiche o in settori particolari dell’attività umana. Il termine “sottocodice” rimanda a codici subordinati i quali però non prescindono dalle regole generali della lingua stessa, ma utilizzano una serie di elementi in più, solitamente lessicali, che non vengono adoperati nella comune conversazione o restano incomprensibili al comune parlante “non addetto ai lavori».”

(Beccaria 1994: 440-441).

La lingua speciale perciò ha delle caratteristiche particolari rispetto al linguaggio comune e queste si identificano nel modo più evidente nell’uso di un lessico speciale, ossia termini speciali. È possibile inoltre suddividere la lingua speciale in due diversi rami, cioè la lingua usata nelle discipline specialistiche e l’altro utilizzato in settori particolari dell’attività umana.

Da questo approccio può derivare la classificazione delle lingue speciali (vedi 1.2).

Per avere una visione internazionale, la denominazione in inglese è conosciuta come ”lingue per scopi speciali” cioè LSP (Languages for Special Purposes). Le lingue speciali oppure i linguaggi speciali sembrano le traduzioni più precise dall’inglese all’italiano perciò pur sapendo che esistono molte denominazioni di cui alcune potrebbero essere anche sinonime, in questa relazione si riferirà all’oggetto della ricerca usando il termine di lingua speciale.

1.2. La classificazione delle lingue speciali

Sulla base di quanto visto precedentemente le lingue speciali possono essere suddivise in due categorie fondamentali denominate da Sobrero lingue settoriali (LS) e lingue specialistiche (LSP). Le lingue settoriali (LS) sono usate generalmente negli ambiti o settori pubblici e non hanno lessici specifico (per es. la lingua speciale della pubblicità, dei giornali, della televisione, della politica). Le lingue specialistiche (LS) possono essere interpretate in ambito disciplinare e hanno come criterio di individuazione la specializzazione (per es. medicina, chimica, fisica, informatica, linguistica) che corrisponde alla dimensione orizzontale della distinzione secondo Cortelazzo. La dimensione verticale riguarda invece i diversi livelli d’uso delle lingue speciali che può essere; accademico, scolastico, divulgativo, ecc. (Menna 2007).

La presente ricerca tratta le lingue specialistiche dal punto di vista della dimensione orizzontale e il livello d’uso principalmente accademico oppure scolastico sulla dimensione verticale. La particolarità delle lingue specialistiche si manifesta in parte nella ricchezza dei termini e siccome è correlata con discipline o materie di insegnamento, rappresenta il linguaggio delle scienze.

1.3.Le caratteristiche del linguaggio delle scienze

Cortelazzo (2004) assumendo che esistano ”alcuni principi fondamentali relativi alle caratteristiche della lingua delle scienze” presuppone che il contenuto deve essere verificabile, oggettivo e ammette ”una sola interpretazione.” Inoltre i testi scientifici hanno altre regole

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come la precisione, la ”concatenazione” (per es. connettivi frasali e testuali), la sintesi e la

”deagentivizzazione” (ossia l’uso del passivo e della forma impersonale), e inoltre va menzionato che ”il lessico delle scienze si organizza in terminologie, i termini sono parole nelle quali si instaura un rapporto biunivoco tra significato e significante.” (Cortelazzo 2004:

186). Il signficato dei termini ossia il concetto rappresentato dai termini non è sempre evidente, visto che a volte un termine può indicare non solo una parola ma un argomento esteso, e per conoscerlo a fondo è necessario avere una competenza specifica, per cui:

”Non ci si può, infatti, limitare ad una pura attribuzione di significato, ma è necessario fornire un’interpretazione consapevole del testo, che successivamente darà luogo ad una produzione personale e critica.” (Bosc 2012: 35)

Il linguaggio delle scienze include molti tipi di settori scientifici denominati settori scientifico-disciplinari (S.S.D.) i quali in base al Decreto Ministeriale 12 giugno 2012 n. 159 sono suddivisi in 14 macrosettori. In base al decreto 169/2000. (IX. 29.) in ungherese invece esistono otto macrosettori, i quali possono essere suddivisi in sottosettori ed ogni settore dispone della propria lingua specifica. La presente relazione descrive le scienze economiche, denominate rispettivamente nel decreto italiano scienze economiche e statistiche, nel decreto ungherese scienze sociali.

2. La lingua speciale delle scienze economiche 2.1 La lingua speciale dell’economia

La definizione del termine di economia e del linguaggio dell’economia non è semplice perché l’economia è una scienza dal carattere interdisciplinare, avendo legami stretti con altre scienze e discipline (come il diritto, la politica, la matematica, la statistica, l’informatica, la psicologia e la sociologia) (Tamás 2014). Proietti (2010) in riferimento a Dardano e Rainer precisa che sarebbe più appropriato parlare della lingua dell’economia e della finanza, visto che comprende una quarantina di discipline come la politica, la politica economica, il diritto dell’economia, le discipline finanziarie e aziendali, il marketing e il management. Il database dell’Eurotermbank elenca dieci tipi di settori dell’economia: l’economia agraria, l’economia dei trasporti, l’economia forestale, l’economia dell’ambiente, l’economia energetica, l’economia della pesca, l’economia industriale, l’economia monetaria, l’economia aziendale e l’economia ambientale delle aziende. Le classificazioni sono varie ma riflettono la ricchezza dell’ambiente professionale dell’economia e di conseguenza anche della sua lingua speciale.

In aggiunta la lingua speciale scritto dell’economia è caratterizzata da altri componenti extralinguistici – facenti parte della comunicazione professionale visiva o dimostrativa – come tra l’altro formule alfanumeriche, grafici, diagrammi di flusso (flowcharts) (Balboni 2000).

La lingua speciale dell’economia dall’altro lato può essere suddiviso in due gruppi: quello divulgativo e specialistico (Sosnowski 2005). Il livello divulgativo riguarda la lingua dei mass media (per es. giornalistico, televisivo) che dal punto di vista della dimensione orizzontale è una lingua settoriale (LS) e sull’altro livello invece è una lingua specialistica (LSP) il quale è strettamente correlato alla lingua speciale dell’economia a livello scientifico (vedi figura n. 1).

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Figura n. 1.: La suddivisione della lingua speciale dell’economia 2.2 L’economia a livello scientifico

L’economia a livello scientifico include diverse aree che nei decreti menzionati precedentemente (vedi 1.3) sono i seguenti.

- nel decreto italiano n. 159/2012. le scienze economiche e statistiche corrispondono ai seguenti: A. Economia, B. Economia aziendale, C. Storia economica, D. Statistica e metodi matematici per le decisioni.

- nel decreto ungherese n. 169/2000. le scienze sociali si suddividono in: 1. Scienze economiche e gestionali (Scienze degli affari), 2. Scienze economiche, 3. Scienze di Stato e Diritto, 4. Scienze di sociologia, 5. Scienze di politica, 6. Scienza militare, 7.

Scienze sociali multidisciplinari.

I raggruppamenti hanno alla base concetti diversi, ma in ognuno è presente l’economia intesa come scienza economica e l’economia aziendale intesa come scienze economiche e gestionali (denominate anche scienze degli affari). Quest’ultima ramificazione può essere rappresentata come segue (vedi figura n. 2):

Figura n. 2.: La suddivisione della lingua speciale dell’economia lingua speciale dell’economia

lingua

specialistica:

livello scientifico lingua settoriale:

livello divulgativo (mass media)

scienze sociali

economia a livello scientifico

economia aziendale (scienza degli affari) economia

(scienza economica)

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Le due discipline – la scienza dell’economia e l’economia aziendale – si occupano di argomenti specifici che si manifestano anche nelle loro lingue speciali relativi, cioè nella lingua speciale dell’economia (economics) e dell’economia aziendale (business administration). La differenza in primo luogo tra i due sta nel fatto che l’economia o scienza economica osserva e analizza in modo globale l’economia delle nazioni oppure delle integrazioni, l’economia aziendale invece analizza i singoli partecipanti del mercato (per es. le aziende) e quindi usano metodi e termini diversi. La distinzione a livello scientifico è verificabile anche esaminando le relative formazioni universitarie.

2.3 I risultati della ricerca in base alle formazioni e specializzazioni universitarie

Le formazioni universitarie in economia al primo livello (baccalaureus, bachelor, BSc:

Bachelor of Sciences) hanno una durata di tre anni, vengono anche denominati corsi di laurea triennali. Le università dividono i propri corsi basandosi su metodi diversi, per esempio la Bocconi ha quattro corsi universitari in lingua italiana: Economia aziendale e management, Economia e finanza, Economia e scienze sociali, Economia e management per arte, cultura e comunicazione, i quali corrispondono alla distinzione fatta in base all’economia o scienze economiche e l’economia Aziendale. Le formazioni delle università analizzate secondo questa differenziazione sono quella della facoltà delle scienze economiche dell’Università di Roma e dell’Università Corvinus (o BCE) di Budapest. Presso ambedue le facoltà le formazioni sono raggruppate indue rami principali (vedi la tabella n. 1):

1. economia o scienze economiche;

2. studi aziendali

Università di Roma Università Corvinus di Budapest

Area delle Scienze Economiche

Corsi di Laurea Triennali Facoltà delle Scienze Economiche Corsi di Laurea Triennali Dipartimento di

Economia (Corso di Laurea in

Economia)

Dipartimento di Studi Aziendali (Corso di Laurea in Economia e gestione

aziendale)

Facoltà di Economia (Közgazdaságtudományi

Kar)

Facoltà di gestione economica della scienza (Gazdàlkodástudományi

Kar)

Tabella n. 1: La suddivisione in due aree principali delle formazioni.

In base alla tabella n. 1 la denominazione dei dipartimenti e delle facoltà sono simili, però vi sono anche delle differenze per quanto riguardo le specializzazioni.

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Università di Roma Università Corvinus di Budapest Corso di Laurea in

Economia (CLE) Corso di Laurea in Economia e Gestione Economia Politica Gestione delle imprese Economia applicata

(Alkalmazott közgazdaságtan)

Economia internazionale (Nemzetközi gazdálkodás) Economia e Finanza Qualità dei prodotti e

tutela del consumatore - Turismo – ospitalità (Turizmus-vendéglátás)

Tabella n. 2: Le specializzazioni delle due aree principali di formazioni.

Per poter identificare alcune caratteristiche dei due settori diversi dell’economia attraverso le denominazioni e il contemuto dei corsi presentati mi limito ad accentuare quali sono le somiglianze e le differenze tra i corsi delle università in esame. In ambedue le specializzazioni di formazione troviamo corsi comuni per la scienza economica come quelli del settore pubblico, quello del lavoro (o risorse umane) o della finanza. Sono scelte proprie invece l’economia politica, l’economia dell’ambiente e dello sviluppo e in parallello ad essi l’economia applicata che in teoria può comprendere anche i primi due. Per quanto riguarda le specializzazioni nel caso degli Studi Aziendali le differenze nella classificazione sono maggiori, ma come si può constatare in tutti e due i raggrauppamenti, quindi sia nel ramo della scienza economica e degli studi aziendali è presente la finanza come specializzazione.

L’analisi delle specializzazioni conferma quanto scritto sopra, ossia nella scienza economica sono presenti il settore pubblico e le risorse umane, mentre la scienza aziendale si occupa principalmente della gestione aziendale (anche del commercio, del marketing, della banca, della contabilità ecc.). La presente analisi si limita all’esame dei corsi e di alcune materie, ma la ricerca può essere continuata ulteriormente in questa direzione.

2.4. Le caratteristiche in base alle materie studiate

Studiando le materie dei corsi è possibile andare più a fondo e ad identificare le caratteristiche dell’economia. All’Università di Roma: ”Il Corso di Laurea in Economia condivide con il Corso di Laurea in Economia e Gestione Aziendale (CLEGA) una parte comune di 10 insegnamenti” (Università di Roma 2013/2014). La maggioranza di tali materie è presente nei corsi dell’Università Corvinus (vedi tabella n. 3).

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Tabella n. 3: Corsi di Laurea Triennali: periodo di insegnamento con materie base in comune.

La maggioranze delle materie di introduzione (il 70%) coincide e può essere utilizzato per la descrizione dell’economia a livello scientifico. Evidentemente oltre le materie di base elencate ogni corso presenta ulteriori materie specifiche (non elencate nella tabella n. 3) che caratterizzano di conseguenza anche la lingua speciale relativa ad essi.

In base alla descrizione dell’insegnamento italiano si può constatare che oltre a materie particolari l’economia industriale, economia monetaria ecc. vi sono più tipi di materie del campo del diritto nei corsi di economia (per es. diritto commerciale, diritto tributario, diritto della sicurezza sociale, diritto privato, diritto del lavoro) e tra le materie specifiche relative alla gestione aziendali troviamo materie come l’organizzazione aziendale, il marketing, il diritto commerciale, la finanza aziendale ecc. L’elenco è lungo ma l’obbiettivo della nostra relazione si limita all’individuazione dei metodi e delle caratteristiche principali per la descrizione e definizione della lingua speciale dell’economia a livello scientifico.

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