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n mito di Mattia Corvino nei canti storici ungheresi del XVI secolo

In document Matthias Corvinus and (Pldal 98-112)

1. La storiografia, l'ideologia della Riforma protestante e i canti stonc1 dell'epopea rinascimentale sono i tre nuclei della produzione letteraria ungherese ehe nel XVI secolo concorsero alla mitizzazione della figura di Mattia Corvino, elevata a simbolo privilegiato della grandezza storica d'Ungheria.1 Si tratta, evidentemente, di tre approcci diversi al tema della figura leggendaria del sovrano esemplare, di prove letterarie assai diverse fra loro e pero accomunate dalla volonta di recuperare alla coscienza letteraria uno dei simboli piu efficaci di valentla individuale e di grandezza storica nazionale. Di un tale recupero aveva bisogno il secolo in cui vissero Andras Farkas e Peter Ilosvai, Ambrus Görcsöni e Gaspar Heltai, Mikl6s Bogati Fazekas e Mikl6s lstvänffy, perche anch'esso

"secolo della rovina ungherese „,2 cioe storicamente segnato dalla dissoluzione dell'Ungheria come entita politica e pero anelante al riscatto dell'individuo e della nazione. Ognuno di quei tre approcci, concretizza-tosi nelle apere degli autori appena menzionati, ha consentito una

1 L'analisi de! mito di Mattia Corvino si limita qui - come si evince anche da! titolo de! presente contributo - ad una parte della produzione letteraria ungherese de!

'500. Per Je diverse condizioni culturali ehe permisero il sorgere di quel mito nel secolo precedente rimandiamo - anche per Je vaste indicazioni bibliografiche ivi contenute-a T. KLANICZAY, Mattia Coroino e l'umanesimo italiano, Roma, 1974, p.

20 (Problemi attuali di scienza e di cultura, 202) ; S. GRAc1orn, Le ascendenze dottrinali dei /odatori italiani di Mattia Coroino, in Rapporti veneto-ungheresi all'epoca de/ Rinascimento, a cura di T. KLANICZAY, Budapest, 1975, pp. 51-63. Ma utili osservazioni sono anche in T. KARDos, A virtualis Magyarorszag, in T. K., E/6 humanizmus (Umanesimo vivente), Budapest, 1972, pp. 9-21.

2 L'espressione - com'e noto - e di Mikl6s Zrinyi, rna naturalmente anche il XVI secolo ebbe viva coscienza di quella rovina. E per alcuni essa trae origine non dalla sfortunata battaglia di Mohäcs (1526), ma dalla morte de! re Mattia. Si veda anche, a tal proposito, M. BOGAT1 FAZEKAS, Az ötödik resze az Matyas kiraly dolgainak (1576, La quinta parte del/e gesta di re Mattia), in Balassi Balint es a 16. szazad költ6i (Bälint Balassi e i poeti de! XVI secolo), 1-11, a cura di B. VARJAS,

Budapest, 1979, II, pp. 253 sgg.

determinata forma di mitizzazione. Esaminarli tutti insieme, sia pur dal nostro particolare punto di vista, significherebbe tentare un'operazione cosl vasta di analisi critica ehe certo supererebbe i limiti imposti sin dall'inizio al nostro assunto. Andremo ad esporre, quindi, alcune riflessioni ehe non avranno la pretesa di riconsiderare i vari aspetti del tributo di onore e di venerazione ehe il Cinquecento letterario d'Ungheria rese all'eta corviniana, laddove si limiteranno ad osservare taluni procedimenti poetici e stilistici ehe resero possibile il sorgere del • mito • di Mattia Corvino nell'ambito de! cosiddetto hist6rias enek, cioe nell'am-bito della poesia epico-narrativa ungherese del XVI secolo.3

D'altro canto, puo apparire ovvio o pretestuoso lo stesso argomentare di un mito cinquecentesco di Mattia Corvino, dal momento ehe non v'e periodo della storia letteraria ungherese ehe non abbia coltivato e gelosamente conservato Ja memoria di quella mirabile eta corviniana, magari per trarne insegnamento dal punto di vista dell'arte della guerra o da quello de! reggirnento degli stati (cosa ehe avvenne, com'e noto, nel Seicento, con Zrinyi), oppure per recuperarne il sirnbolo della grandezza storica nazionale, nell'Ottocento, sotto l'istanza della visione nazional-popolare e del fenomeno del rinascimentismo.

Nondirneno, siamo convinti ehe quello prescelto sia un tema letterario da considerare a se, circoscritto cronologicamente e circostanziato nelle sequenze narrative, un tema Ja cui investigazione prende le mosse anche da! saggio ehe Tibor Klaniczay volle dedicare al culto umanistico dei grandi personaggi de! XV secolo :1 e cio non a caso ehe v'e nel nostro assunto anche la speranza di poter integrare quel magistrale intervento proprio sul versante del XVI secolo e proprio in attinenza con la figura di Mattia Corvino. Siamo infatti convinti, altresl, ehe i canti storici dedicati nel Cinquecento al sovrano urigherese, al di la della loro connotazione

·1 II genere letterario dell' hist6rias enek (canto storico) comprende circa 150 componimenti di differente ampiezza e struttura metrica ehe, in base alla loro ripartizione tematica, si articolano in törteneti enekek (canti d'argomento storico), a loro volta distinti in tud6sft6 enekek (cronache di avvenimenti contemporanei) e kr6nikas enekek (cronache di avvenimenti remoti); in vallasos hist6nak (storie d'argomento religioso) ; in szephist6nak (belle storie), ehe indicano una novelli-stica in versi di diversa fonte e provenienza. Per maggiori dettagli sull'argomento si veda B. VARJAS, A magyar reneszansz irodalom tarsadalmi gyökerei (Le radici sociali della letteratura rinascimentale ungherese), Budapest, 1982.

1 Cf. T. KLANICZAY, A nagy szemelyisegek humanista kultusza a XV. szazadban (II culto umanista delle grandi personalitä nel XV secolo), in T. K., Pallas magyar

ivadekai (Le progenie ungheresi di Pallade), Budapest, 1987, pp. 41-58.

formale e al di la della loro conseguente appartenenza al genere letterario c;l.ell' hist6rias enek, rientrino per vari aspetti nella tradizione della poesia celebrativa. E degli elementi costitutivi di questa poesia celebrativa uma_nistica, europea ed ungherese, siamo informati dai punti nevralgici del lavoro di Klaniczay : e sappiamo, cosi, ehe non poca letteratura umanistica era legata al culto dei viri illustres, con i suoi miti antichi ed i suoi modelli moderni ; ehe i motivi della gloria, della fama, della laus ispirarono anche la letteratura biografica d'Ungheria ; ehe sui modelli antichi e sulle loro varianti umanistiche si forgio anche l'ideale dell'" uomo famoso • d'Ungheria, cioe di Mattia Corvino. E 1'.idealizzazione delle personalita illustri della storia avrebbe interessato anche il XVI secolo, sia pur con le dovute differenze. " La moda della letteratura celebrativa • -avverte infatti e giustamente il Klaniczay - • naturalmente non si estinse nemmeno nel XVI secolo, cambio pero il suo carattere, e soprattutto il suo significato e la sua funzione. Nel XV secolo essa ebbe un'importanza eccezionale, perche seppe racchiudere in se diversi aspetti, concetti ed istanze, quali la celebrazione del nuovo ideale umano e della cultura umanistica ; il servizio di diverse finalita politiche o individuali; l'esigenza della rappresentazione; l'espressione di sentimenti personali; le ambizio-ni storiografiche, ed altro ancora. Nel periodo successivo la maggior parte di questi elementi si manifesto nelle forme espressive ad essa piU adatte e la moda della erudita celebrazione umanistica gradualmente scompar-ve •.5 Si perdoni la lunga citazione, ma difficilmente si potrebbero trovare parole piu adatte a delineare gli elementi costitutivi di una produzione letteraria nient'affatto secondaria, la cui particolare tematica, anzi, interesso per intero la lunga stagione dell'Umanesimo ungherese, fra XV e XVI secolo. In altri termini, sembra di poter cogliere <lalle parole del Klaniczay l'invito ed il suggerimento a verificare anche nel Cinquecento lo spessore qualitativo e la diversa funzione della letteratura celebrativa: cosi; per quanto ci riguarda, il voler analizzare il • mito • di Mattia Corvino nell'epica ungherese di quel secolo pare possa rappresentare una risposta, sia pur parziale ma non per questo meno significativa, a que1l'invito.

2. Naturalmente, la mitizzazione della figura di Mattia Corvino nell'ambito della poesia epico-narrativa ungherese del Cinquecento avviene secondo talune norme stilistiche ben precise, secondo un;i tecnica poetica codificata dalla tradizione. Ci sembra di poter dire, cioe, ehe nell'ambito del rapporto fra testo letterario e contesto storico i canti storici dedicati a Mattia Corvino riescano ad esprimere la novita del loro

5 Jbid., p. 58.

messaggio non tanto sul piano del contenuto, ehe vien desunto dalle comuni e ben note fonti storiografiche, quanto piuttosto sul piano dello stile, il solo ehe potesse dare uno spessore epico alla figura del sovrano esemplare. In altre parole, i canti storici de! Cinquecento generalmente non dicono cose nuove su Mattia Corvino, ma riferiscono in modo diverso quanto gia noto.

Ne questo e rilievo di poco conto ehe in questo modo il sovrano ungherese non e piu soltanto il protagonista eccezionale della storia d'Ungheria, ma diviene uno dei personaggi della nascente poesia epica ungherese, esaltato appunto nella esemplarita delle sue gesta. Com'e noto, l' hist6riiis enek non celebra soltanto avvenimenti e figure della storia d'Ungheria, ma rappresenta il veicolo poetieo e stilistieo piu adatto a rielaborare anche i miti classici.

Cosi, e sia pur indirettamente, Mattia Corvino viene annoverato fra i viri illustres di ogni tempo ; ed i precedenti accostamenti umanistici ad Attila, a Traiano, ad Alessandro Magno, son riproposti nell'ambito di un genere letterario ehe eelebrava contemporaneamente Je figure eccezionali dell'an-tichitä e Je figure irripetibili della storia ungherese.

E' evidente ehe siamo di fronte ad un problema ermeneutico ehe riguarda Ja comprensione critica di tutto !' hist6rias enek come genere letterario : un problema ehe non possiamo qui affrontare, ma ehe ci impegna almeno per Ja parte concernente Ja memoria storica e mitizzata di Mattia Corvino. Le considerazioni ehe seguono si fondano sul presupposto ehe anehe nei canti storici ungheresi si realizza Ja strettissima unione di contenuto e struttura formale propria di ogni opera letteraria e ehe nella loro lettura non ci si debba piu limitare alla sola rilevanza dell'elemento storico-narrativo o eronaehistico, laddove occorre prender coscienza del fatto ehe in essi si produce un senso piu alto della vita e della storia, l'idea della dimensione epica. Naturalmente, tale dimensione non e ancora rispondente al modello canonico del poema epico classico o moderno, ma essa - com'e stato ampiamente dimostrato6 - e sicuramente partecipe di quel processo evolutivo ehe conduce alla trasformazione, nel Seicento, del canto storico, cronachistico e popolare, in epopea eulta e nazionale. Tale e infatti l'interdipendenza tra l'epos zrinyiano e !' hist6rias enek - fatto doeumentato, questo, soprattutto quanto alla compresenza dei temi e motivi piu ricorrenti, dei topoi piU significativi, delle norme teeniche de! dettato formulistico7 - ehe non pare

6 Cf. T. KLANICZAY, Zrinyi Mikl6s, Budapest, 1%4, pp. 82 sgg.

7 Cf. KLANICZAY, Zrinyi Mikl6s, pp. 251-286; A. D1 FRANCEsco, A Szigeti Veszedelem formulai (Le formule del Szigeti Veszedelem), in • Irodalomtörteneti

Közleme-nyek • XCI-XCII(1987-1988), pp. 150-174.

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azzardata una. rilettura critica dei canti storici cinquecenteschi ehe tenda a rivalutarne, anche in senso lato, l'espressione epica.

Tre ,sono i testi in cui proveremo un tale esercizio critico : la Storia di re Mattia sino alla presa di Vienna, composta da Ambrus Görcsöni intorno al 1567, l' Ultima Pars rernm gestarnm Incliti MatthitE Huniadis Regis Hungarice, composta nel 1575 da Peter Ilosvai Selymes, la Quinta parte delle gesta di re Mattia, composta da Mikl6s Bogäti Fazekas nel 1576.8 Naturalmente, questi testi non esauriscono il tema della evocazione nostalgica dell'eta hunyadiana ; ma solo in essi, nella loro struttura formale, si coglie la tensione poetica ehe tende alla creazione del " mito • pertinente all'individuo unico e straordinario.

3. Al rilevamento della dimensione epica dei canti storici in questione puo risultare utile la teoria elaborata da Michail Bachtin a proposito di epos e romanzo.9 Secondo il critico russo, infatti, "l'epopea come genere letterario determinato e caratterizzata da tre aspetti costitutivi : 1) oggetto dell'epopea e il passato epico nazionale, il passato assoluto, secondo Ja terminologia di Goethe e di Schiller; 2) fonte dell'epopea e Ja tradizione nazionale (e non l'esperienza individuale e Ja libera invenzione ehe ne deriva) ; 3) il mondo epico e separato da! presente, cioe da! tempo del cantore (dell'autore e dei suoi ascoltatori), da una distanza epica assoluta •. 10

Per quanto concerne il primo aspetto, • il mondo dell'epopea e il passato eroico nazionale, il mondo degli inizi e delle vette della storia nazionale, il mondo dei padri e dei progenitori, il mondo dei primi e dei migliori •. 11 E' probabilmente in questa luce ehe va letto il proemio dell'opera di Görcsöni:

Arpäd vala fü az kapitänsägban, Mikor magyar szälla be az orszägban,

8 A. GöRcsöNI, Matyas kiraly hist6ridja Becs megveteleig (Storia di re Mattia sino alla presa di Vienna), in Balassi Balint es a 16. szazad költoi, op. cit., II, pp. 5-98.

Per l'edizione dell'opera di Ilosvai si veda E. LtvAY, Ilosvai Selymes Peter ismeretlen hist6rias eneke Matyas kiralyr6l (Uno sconosciuto canto storico di P. Ilosvai Selymes sul re Mattia), in • Irodalomtörteneti Közlemenyek •, LXXII(1978), pp.

647-673. Per l'opera di M. Bogati Fazekas si veda la nota n. 2.

9 Cf. M. BACHTIN, Epos e romanzo, in M. B., Estetica e romanzo, Torino, 1979, pp.

445-482.

IO Jbid., pp. 454--455.

11 Ibid., p. 455.

De Künd vala bölcs az hadakozäsban, Kinek tanäcsäval eltek hadakban.

Megemlitek egynehän kirälyokat, Kik birtäk jämborul mi orszägunkat, Kikrül szerzettek is szep kr6nikäkat, Emlekezetre szämlälom azokat.12 (vv. 1-8)

11 mito di Mattia sorge quindi dalla volontä di collocare la sua figura in una specie di pänteon della storia d'Ungheria, un edificio sacro riservato a pochi : Attila, Arpäd, Santo Stefano, San Ladislao, Luigi il Grande, Sigismondo e quindi Mattia Corvino. E Görcsöni non vuole dissimulare la propria meraviglia perche cio non sia ancora avvenuto :

Ime csudäm ezen nekem nagy vagyon, Kirälyoknak mely kr6nikäjok vagyon, Enekekben hadok irvän megvagyon, Nevek, dicseretek nälunk nagy vagyon.

Tartozunk mi annak tübb dicserettel, Kinek elünk isten utän nevevel, Dicsekedünk mi j6 fejedelmünkkel, jänos vajdäval, fiäval Mätyässal.

En nem hallok oly j6 enek szerzeket, Kik elhoznäk j6 f ejedelmünket, Mätyäs kirält regi j6 vezerünket,

Elfelejtjük mi j6ltett emberünket. 13 ( vv. 41-52)

12 GöRCSÖNI, op. cit„ p. 5 : Arpad era capo dei Magiari, I Quand'essi entraron nel Paese, I Ma Künd era valente nelle arrni, I Ed il suo consiglio usaron nelle guerre.

11 Ricordero alcuni re, I Che con prestigio ressero il Paese, I Re su cui scrissero anche belle cronache, I Re ehe richiamero alla memoria.

13 Ibid., pp. 6-7: Ecco, grande

e

Ja mia meraviglia, I Che son re ehe hanno una cronaca, I In canti son scritte Je loro imprese, I II nome, Ja gloria loro

e

grande

fra noi. 11 A Mattia noi dobbiam maggior lode, I Dei cui nome, dopo Dio, noi viviamo, I Vanto

e

per noi il nostro principe, I Giovanni il voivoda e suo figlio Mattia. 11 Autori di canti non sento, I Che rammentino il nostro principe, I II re Mattia nostro duce antico, I Noi dimentichiamo i suoi benefici.

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In verita, il nome e le gesta di Mattia non erano stati caneellati dalla memoria del secolo in eui visse Göresöni, laddove avevan suscitato il vasto interesse della storiografia. Ma evidentemente cio non era ritenuto sufficiente, nel senso esposto proprio nei versi sopra citati : oeeorreva, cioe, anehe l'elaborazione poetiea ed epica delle gesta di Mattia,_

elaborazione demandata non a caso all' hist6rias enek in quanto genere letterario non limitato alla resa cronaehistica, ma destina.to all'affabulazio-ne letteraria de! soggetto all'affabulazio-nell'ambito di una performance eorredata di notevole impegno stilistico. Mattia Corvino e eosi eolloeato nel mondo dei " primi •, dei " migliori •, dei veri fondatori dello Stato ungherese ; ed il suo mito sorge anehe come valutazione inamovibile degli eventi legati alla sua persona e al suo tempo storico particolare. E cio avviene non in aderenza al eontenuto, ehe riguarda specificamente Ja eronaehistica e Ja storiografia, ma secondo Je teeniche poetiehe dell' hist6rias enek eome genere letterario. In questo eontesto l'atteggiamento di Göresöni, ma anehe di Ilosvai e di Bogäti, e l'atteggiamento di autori ehe narrano vicende degne della piu profonda venerazione, Je piu adatte, quindi, al eanto storico-epico. E' infatti Ja forma epica ereditata dalla tradizione letteraria ungherese ehe trasforma il fatto memorabile in rnito : e di cio erano eertamente eonsapevoli i nostri autori ehe arricehivano poetica-mente lo stile disadorno delle fonti storiche. Edit Levay ha dimostrato in modo eonvineente Ja eomplessita de! rapporto tra il eanto storico di Ilosvai e Ja sua fonte primaria, l'opera de! Bonfinl.11 Ilosvai, cioe, non solo non ha seguito pedissequamente Ja sua fonte aggiungendo qualche episodio altrimenti seonosciuto, ma ha anehe arricehito poetieamente, seeondo lo stile peeuliare dell' hist6rias enek, momenti, vicende ed atteggiamenti giä noti. Ilosvai • prende da Bonfini anehe Ja deserizione della morte del re, eogliendo eosi l'oceasione per riassumere l'eeeezionale personalitä di Mattia, Ja sua grandezza di uomo e di sovrano • :15

Termete szep vitezi vala,

magyar m6dra vallas es vastag vala, arany sziny6 haja, piros orcäja, ket szeme neki szep vilagos vala.

11 LEVAY, op. cit., pp. 655 sgg.

15 Ibid., p. 671.

Teste neki mint Nagy Sandore vala, kinek eltiben követ6je vala,

gyors es okos, sereny dolgäban vala,

minden dolgot el6bb meglat vaJa.16 (vv. 713-720) Al di Ja delle concessioni al topos letterario, ehe pur vi sono, e al di Ja del confronto con la figura di Alessandro Magno, desunto dal Bonfini, sembra comunque evidente l'intenzione di Ilosvai di creare poeticamente un'aura mitica intorno alla figura del re compianto. Anche perche appare del tutto fondata l'osservazione secondo la quale Ilosvai "non volle solo terminare l'opera di Görcsöni. Egli mise a confronto Ja triste situazione del suo tempo con la gloria antica •. 17 E la stessa volonta di confronto nutre di afflato poetico anche la partecipazione di Mikl6s Bogati alla morte del grande sovrano :

Ennek telek immaran harmad napja,

Nagy kedden, szinte Szent Ambrus masnapja, Az nagy Matyas kiraJy aznap meghala,

Kit meg eddig Magyarorszag ohajta.

Az 6 doJga enekemben sok volna, Dicsirni elegge ember nem tudja, Regi j6 fejedelmek massa vala,

Kiknek örök hirek hist6riakba.18 (w. 357-360; 401--404) Un po' dovunque, nei versi dei nostri autori, si ritrovano i motivi umanistici della gloria, della fama e della laus; e son motivi ehe producono la collocazione epica dell'eroico sovrano nel mondo degli autentici viri illustres, dei veri fondatori dello Stato ungherese. E cio

16 P. !LOSVAI SELYMES, Ultima Pars rernm gestarum Incliti Mattbice Huniadis Regis Hungarice, in LEVAY, op. cit„ p. 668 : Era di bell'aspetto e molto prode, I Robusto e grosso alla maniera ungherese, I I capelli dorati, vermiglie le guance, I Gli occhi avea belli e chiari. 11 Nel corpo era come Alessandro Magno, I Di cui fu seguace in vita, I Lesto, intelligente e solerte, I Ogni cosa egli prevedeva.

17 LfNAY, op. cit„ p. 671.

18 BocA11 FAZEKAS, op. cit., pp. 266-267: Passato ormai il terzo giomo, I II Martedl Santo, il giorno dopo Sant'Ambrogio, I Mari allora il grande re Mattia, I Che tuttora sospira l'Ungheria. [. .. ] Molte sarebbero Je sue gesta da cantare, I Che uomo non puo lodare abbastanza, I Fu il ritratto dei grandi principi antichi, I La cui eterna fama

e

nelle istorie.

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spiega anehe il signifieato e Ja presenza, in questo periodo, dei eosiddetti eataloghi nelle opere anehe di altri autori, ad esempio in Andras Farkas.19 Questi aridi eataloghi di nomi aeeompagnati da generici epiteti esornativi sono inseriti in opere destinate non solo alla esaltazione dei valori individuali, ma anehe e soprattutto alla rievoeazione nostalgica delle glorie passate. E proprio nell'opera de! Farkas Mattia Coivino e annoverato fra i grandi eondottieri e sovrani ungheresi ehe, seeondo l'ideologia della Riforma protestante, altro non sarebbero stati ehe i veri e provvidenziali fondatori ed artefici de! regno d'Ungheria e della sua sueeessiva grandezza storica.

Com'e stato giustamente rilevato, per Ja eoneezione epica de! mondo

"inizio

.„

"primo •, "fondatore •, "antenato •, - preeedente •, eee. sono eategorie non puramente temporali, ma assiologico-temporali, sono cioe un superlativo assiologico-temporale ehe si realizza sia nei riguardi degli uomini sia nei riguardi di tutte Je eose e gli eventi de! mondo epico : in questo passato tutto e bene, e tutto cio ehe e sostanzialmente buono (il primo) e soltanto in questo passato. II passato epico assoluto e l'unica fonte e principio di tutto il bene anehe per i tempi sueeessivi •.20 E molto probabilmente fu una non dissimile eoneezione positiva de! passato a spingere i nostri autori a eonsiderare il re Mattia il soggetto ideale di narrazioni in eui non v'era posto per Ja eritica storica modernamente intesa ; e si prefer'i proeedere allora alla elaborazione epica dell'eta eorviniana, seeondo soluzioni di eonvenienza per una societa seonvolta e laeerata dall'anarehia, una societa ehe pero mostrava anehe l'ambizione e Ja neeessita di essere ricondotta ad un ideale superiore. E quell'ideale, eom'e noto, fu simbolieamente rappresentato in gran parte dalla figura e da! regno di Mattia Corvino.

4. La forma epica de! passato introduee Ja figura e l'opera di Mattia Corvino nella tradizione nazionale. E qui il eoneetto di tradizione non sta

4. La forma epica de! passato introduee Ja figura e l'opera di Mattia Corvino nella tradizione nazionale. E qui il eoneetto di tradizione non sta

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