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Oggi si parla spesso del declino spirituale, culturale e scientifico dell’Ungheria dopo la seconda guerra mondiale, ma non era esattamente questa la situazione

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LÁSZLÓ HAVAS

RICERCHE SULLA LETTERATURA MEDIOLATINA E NEOLATINA IN UNGHERIA NELLA SECONDA METÀ DEL SECOLO XX

E ALLE SOGLIE DEL NUOVO MILLENNIO Dai centri di ricerche ai programmi nazionali e alle collaborazioni in progetti internazionali

Fino alla conclusione della seconda guerra mondiale l’insegnamento delle lingue clas- siche aveva un ruolo fondamentale nel curriculum degli studi di liceo (anche se quello del greco era in declino fin dall’inizio del secolo). Dal 1945 il greco antico figurava solo come materia straordinaria, il latino invece continuava a far parte delle lingue facoltati- vamente eleggibili nel programma di studio. Tuttavia, in conseguenza degli orientamenti del nuovo regime definito socialismo e «democrazia popolare» negli anni ’50 diminuì la richiesta per gli insegnanti di latino, pertanto i corsi di laurea per insegnanti di latino vennero limitati all’Università Eötvös Loránd di Budapest, mentre vennero cancellati negli altri atenei (Debrecen, Pécs, Szeged). L’insegnamento della filologia classica venne ripristinato a Debrecen e a Szeged nel 1957, mentre a Pécs solo con un ritardo di tre decenni. Dagli anni ’90 anche presso l’Università Cattolica Pázmány Péter è attivo un dipartimento di filologia classica e di medievalistica. In alcuni periodi anche nelle facoltà di Magistero si svolgevano corsi di laurea per insegnanti di latino (ad es. Szeged, Szom- bathely). Mentre la fortuna degli studi di latino presentava siffatte oscillazioni negli ulti- mi cinquanta anni, i corsi di letteratura ungherese antica e quelli di storia ungherese me- dievale in tutte le facoltà di lettere ospitavano regolarmente gli studi mediolatini e neola- tini. Tale è tendenza anche oggi, anche negli studi storici, archivistici e giuristici, nei quali si trovano vari punti di contatto con il mediolatino e neolatino.

Oggi si parla spesso del declino spirituale, culturale e scientifico dell’Ungheria dopo la seconda guerra mondiale, ma non era esattamente questa la situazione. Questo giudizio è tutt’al più una reazione sbagliata ed eccessiva all’autoelogio del regime comunista fra gli anni 1950 e 1989. E’ vero che il «marxismo» obbligatorio di questo periodo restrinse sotto molti aspetti l’orizzonte scientifico, tuttavia la «reinterpretazione» del passato in chiave ideologica, la pubblicazione e la traduzione delle fonti neolatine, nonché l’analisi di esse ebbe dei risultati tuttora validi e utili. Sfortunatamente le monografie vennero pubblicate quasi esclusivamente in lingua ungherese, quindi non poterono inserirsi nella circolazione internazionale delle idee. Ad alcune opere è aggiunto un riassunto in lingua straniera, il quale tuttavia non poteva adempire la funzione di rendere pubblici i risultati anche all’estero.

Un merito particolare va riconosciuto, fra le opere degli anni 1950, a quelle di János BALÁZS, scritte in gran parte nell’ambito degli studi linguistici, fra le quali una mono- grafia dedicata a János Sylvester, grande ammiratore di Erasmo, discepolo di Melan- chthon, traduttore del Nuovo Testamento, e autore della prima grammatica ungherese (Grammatica Hungarolatina, 1539), e di un notevole corpus poetico in latino. La mono-

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grafia di BALÁZS s’intitola: Sylvester János és kora,1 e ottenne meritatamente il premio dell’Accademia delle Scienze. Altrettanto degna di interesse, anche dal punto di vista degli studi neolatini, è un’altra sua opera dedicata alle relazioni fra la latinità nazionale e internazionale da una parte, e le norme linguistiche europee e la cultura linguistica un- gherese dall’altra.2

Dopo la seconda guerra mondiale Budapest rimase, senza dubbio, il centro delle ri- cerche mediolatine e neolatine, con particolar riguardo all’Università Pázmány Péter, anche quando l’ateneo budapestiense assunse il nome del grande fisico ungherese, Lo- ránd Eötvös (Eötvös Loránd Tudományegyetem, ELTE), mentre il nome di Pázmány per molto tempo rimase riservato alla facoltà di teologia, separata dal resto dell’univer- sità e trasformata in un’istituzione autonoma. Il nuovo direttore della cattedra di latino, Imre TRENCSÉNYI-WALDAPFEL, erede di József HUSZTI, aveva iniziato la sua carriera come neolatinista con il volume Erasmus és magyar barátai, che è forse la sua migliore opera di sintesi.3 L’interesse di TRENCSÉNYI-WALDAPFEL per gli studi neolatini continuò anche dopo la guerra, ma il ruolo che egli assunse nella vita pubblica gli impediva di svolgere studi approfonditi. Anche in questo periodo ebbe, tuttavia, contributi notevoli, come ad es. l’introduzione a Küküllei János és a Névtelen Minorita krónikája.4 In questi anni pubblicò in lingua straniera una parte dei risultati delle sue ricerche su Erasmo.5 Il luogo di pubblicazione mostra il ruolo positivo che TRENCSÉNYI-WALDAPFEL ebbe nell’avviare i periodici specialistici dopo la guerra. (Oltre alla rivista menzionata sopra contribuì all’avviamento di AntTan, AAHung, Magyar Tudomány, ecc.) In questi anni tuttavia TRENCSÉNYI-WALDAPFEL eccelse soprattutto come traduttore, fra l’altro di alcu- ni brani dei Colloquia familiaria di Erasmo (Budapest, 1967, con una postfazione). Il suo assistente era János HORVÁTH jr., al quale molti intendevano affidare una nuova cattedra di medievalistica e di letteratura neolatina, il che però non combaciò con la politica dell’istruzione del regime «popolardemocratico», nonostante che l’attività dello studioso nel pieno delle sue forze avrebbe aperto larghe prospettive alla nuova cattedra, essendo egli uno dei migliori analizzatori dello stile della letteratura in latino dell’epoca della dinastia degli Árpád, allievo di HUSZTI, poi di Paul Lehmann. La sua opera princi-

1 BALÁZS János, Sylvester János és kora (János Sylvester e la sua epoca), Budapest, 1958.

2 BALÁZS János, Magyar deákság: Anyanyelvünk és az európai nyelvi modell (Cultura vernacolare unghe- rese di stampo latino: La lingua ungherese e il modello linguistico in Europa), Budapest, 1980.

3 TRENCSÉNYI-WALDAPFEL Imre, Erasmus és magyar barátai (Erasmo e i suoi amici ungheresi), Budapest, 1941. Riedizione in: TRENCSÉNYI-WALDAPFEL Imre, Humanizmus és nemzeti irodalom (Umanesimo e lettera- tura nazionale), Budapest, 1966. Sullo studioso v. la bibliografia redatta da R. SZALAY Ágnes, Acta Antiqua Academiae Scientiarum Hungaricae (AAHung), 1968; e il necrologio di HARMATTA János, AAHung, 1970;

inoltre la valutazione complessiva e molto obiettiva di SZILÁGYI János György, Antik Tanulmányok (AntTan), 17 (1970), 149–167.

4 Küküllei János és a Névtelen Minorita krónikája (János Küküllei e cronaca del Anonimo Minorita), Bu- dapest, 1960 (Monumenta Hungarica, 4).

5 Ein Symposion in Oxford, in: Untersuchungen zur Religionsgeschichte, Budapest, 1966, 473–488, 555–

556; L’humanisme belge et l’humanisme hongrois liés par l’esprit d’Érasme, in: Actes. Nationale Erasmus- Herdenking, Bruxelles, 1970, 211–224; Die bonae litterae in Erasmus’ Bildungstheorie und in der Praxis, Acta Universitatis Budapestinensis – Sectio Classica, 1 (1972), 87–95.

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pale,6 infatti, mosse le acque stagnanti della scienza dell’epoca. V. anche le sue ricerche sulle leggende di San Gherardo.7 Non meno importante è la sua attività di traduttore, soprattutto la versione ungherese della Chronica Hungarorum stampata a Buda, nella tipografia di Andreas Hess (1473).8 I suoi discepoli e ammiratori lo ricordarono con un volume prezioso, ma di modestissima veste e difficilmente reperibile.9 Sulle orme dell’insigne maestro si avviarono due suoi allievi, János BOLLÓK e Tamás ADAMIK, dei quali soprattutto il primo contribuì agli studi medio- e neolatini, ma fra gli scritti del secondo ne troviamo alcuni attinenti a queste discipline. Per quanto riguarda BOLLÓK, è stata redatta una bibliografia completa della sua attività a cura di Gyula MAYER, nel volume commemorativo pubblicato in onore del 60mo compleanno del maestro, dopo la sua morte, anche come omaggio alla sua memoria da parte dell’Eötvös Collegium.10 Nel volume si trovano numerosi contributi sul tema della latinità medievale e della neolatini- tà.11 Tamás ADAMIK è eccelso soprattutto con la traduzione in ungherese e commento di opere medio- e neolatine, apparse nell’antologia intitolata Az égi és a földi szépről (Bu- dapest, 1988) o, come volume autonomo, il Metalogicon di Johannes Saresberiensis.12 Dopo ADAMIK la cattedra di latino dell’ELTE viene affidata a Balázs DÉRI, le cui ricer- che seguono la direzione di BOLLÓK, con il prezioso appoggio dell’altro suo maestro, István BORZSÁK. Dopo la morte di János HORVÁTH BORZSÁK divenne titolare della cat- tedra di latino, poi professore emerito, e come membro, ordinario dell’Accademia delle Scienze egli è il presidente onorario dell’associazione Ungherese degli Studi Neolatini.

DÉRI aveva una parte importante nell’edizione dei testi neolatini soprattutto nel quadro dell’Archivum Rákóczianum (a cura di Béla KÖPECZI, Lajos HOPP, Ágnes R. VÁRKO- NYI), in cui DÉRI prepara i testi per l’edizione.13 E’altrettanto rilevante l’attività di Andor TARNAI presso la cattedra di letteratura ungherese medievale e rinascimentale dell’ELTE, studioso preparatissimo anche nelle scienze della biblioteca,14 maestro fra

06 HORVÁTH János, Árpád-kori latin nyelvű irodalmunk stílusproblémái (Problemi stilistici della letteratu- ra ungherese in latino all’epoca della dinastia degli Árpád), Budapest, 1954.

07 Nella maggior parte nel volume: Középkori kútfőink kritikus kérdései (Questioni critiche delle fonti me- dievali), a cura di HORVÁTH János e SZÉKELY György, Budapest, 1974, 137–145, 147–163.

08 Edizione facsimile a cura di FRAKNÓI Vilmos, 1900; in ungherese: Budapest, 1973.

09 Opuscula classica mediaevaliaque in honorem J. Horváth ab amicis collegis discipulis composita, Bu- dapest, 1978.

10ΓΕΝΕΣΙΑ: Studi in memoria di János Bollók, a cura di HORVÁTH L., LACZKÓ K., MAYER Gy., TAKÁCS

L., Budapest, 2004.

11 Al posto dell’elenco esaustivo preferiamo citare una monografia del maestro, edita postuma, la quale è forse quella che più delle altre ha un effetto ispiratore: BOLLÓK János, Asztrális misztika és asztrológia Janus Pannonius költészetében (Misticismo astrale e astrologia nell’opera poetica di Janus Pannonius), Budapest, 2003.

12 Budapest, 2003 (Középkori Keresztény Írók, 4).

13 Aspirationes, Budapest, 1994; Meditationes, Budapest, 1996, ecc.

14 Delle sue numerose opere ci limitiamo a citare i seguenti titoli: TARNAI Andor, „A magyar nyelvet írni kezdik”: Irodalmi gondolkodás a középkori Magyarországon (Idee di letteratura nell’Ungheria medievale), Budapest, 1984; A Budapest–Németújvári Sermones dominicales, Irodalomtörténeti Közlemények (ItK), 87 (1983), 23–31; Lateinische Lyrik in Ungarn in den 16–17. Jh., Acta Litteraria Academiae Scientiarum Hunga-

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l’altro di Gábor KECSKEMÉTI. TARNAI è stato uno degli studiosi prominenti che hanno rappresentato l’Ungheria nelle conferenze della IANLS.15

Fra i centri degli studi neolatini spetta un posto di rilievo alla città di Debrecen, nella cui università (Kossuth Lajos Tudományegyetem, successivamente Debreceni Egye- tem) per vari decenni svolse un’attività di studio e di insegnamento, Imre BÁN, professo- re di letteratura ungherese, e autore di vari saggi di argomento neolatino, apparsi sulle pagine del periodico internazionalmente riconosciuto della cattedra di filologia classica, l’Acta Classica Universitatis Scientiarum Debreceniensis (ACD, 1965–), fondata da István BORZSÁK.16 Il fondatore della moderna scuola neolatina a Debrecen è István BOR- ZSÁK, che sebbene studioso di filologia classica, è maestro internazionalmente acclamato anche della filologia medio- e neolatina.17 La sua opera apologica per l’insegnamento del latino in Ungheria è prova del ruolo del latino nel processo di civilizzazione: Kell-e a latin? (Ci vuole il latino?, 1990). Questo lavoro, tuttavia, ebbe vasta eco fra gli intellet- tuali ungheresi tradizionalmente colti, molto di meno in ambito governativo, fra i respon- sabili della politica dell’istruzione. Se è vero che ai tempi della pubblicazione del libro l’insegnamento del latino era in un periodo di incremento, grazie al cambiamento del regime politico e del ripristino delle strutture d’istruzione ecclesiastiche, d’altra parte, nella seconda metà degli anni 90 esaurì tale slancio, e sopraggiunse un processo di reces- sione, poiché nell’insegnamento pubblico viene privilegiato in assoluto l’inglese. In questa situazione si trova svantaggiato chi intende studiare il latino, nonostante che la conoscenza di questa lingua contribuirebbe non solo alla conoscenza più approfondita della cultura europea e dell’evoluzione della cultura ungherese, ma promuoverebbe an- che il migliore appropriarsi della terminologia tecnica. Alle soglie del terzo Millennio, quindi, è diminuito il numero degli studenti di latino, in tutti i gradi d’istruzione, il che mette in difficoltà anche gli esperti degli studi latini, tanto più che la politica dell’istruzione tende ad utilizzare il «processo di Bologna» per eliminare le tradizioni classiche e per insistere su un’americanizzazione interpretata erroneamente.

Quando nel 1978 BORZSÁK divenne titolare della cattedra di latino dell’ELTE, a Deb- recen ebbe la omonima cattedra László HAVAS. Sebbene anch’egli sia specialista innanzi tutto della filologia classica (Cicero, Florus), sono notevoli anche le sue ricerche di me-

ricae (ALittHung), 26 (1984), 233–242. Inoltre ha curato, insieme a SZABÓ György, il carteggio di BENKŐ

József, di particolare interesse anche per la testologia latina (1988).

15 Andor TARNAI, Lateinische Übersetzungen französischen Schrifttums im Ungarn des 18. Jhs., in: Acta conventus neo-Latini Amstelodamensis, München, 1979, 976–982.

16 Dei saggi di BÁN ricordiamo: La renaissance tardive en Hongrie et l’Antiquité, ACD, 10–11, 193–201, che offre anche una rassegna esauriente della bibliografia della questione. Nello stesso periodico videro luce altri studi importanti, soprattutto sulla letteratura rinascimentale nell’epoca del regno di Mattia Corvino, come ad es. quello di BORONKAI Iván (Die Rede von Johannes Vitéz am Frankfurter Reichstag 1454, ACD, 10–11, 183–188), o quello di MARÓTI Egon (Comments on Galeotti’s Ancient Sources, ibid., 189–192).

17 Le sue opere monografiche di argomento neolatino sono: BORZSÁK István, Budai Ézsaiás és klasszika- filológiánk kezdetei (Ézsaiás Budai e gli inizi della filologia classica in Ungheria), Budapest, 1955; Az antikvi- tás XVI. századi képe (L’immagine dell’antichità nel Cinquecento), Budapest, 1960; A Nagy Sándor-hagyo- mány Magyarországon (Alessandro Magno nella tradizione ungherese), Budapest, 1984.

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dievalistica e di neolatinistica, sull’idea di storia del Petrarca, sul genere dello speculum in latino e sulla storiografia umanistica e barocca (i relativi saggi pubblicati fra l’altro:

ACD, Acta Italianistica, a cura di Imre MADARÁSZ; e Könyv és Könyvtár, tutti editi a Debrecen). E’ curatore, insieme a Imre TEGYEY, di due collane, entrambe con riferimenti alla filologia neolatina: Series Fontium Latinorum Debreceniensis,18 e ΑΓΑΘΑ, nella quale finora sono stati pubblicati una quindicina di volumi.19 La stessa collana ospita l’edizione bilingue del Florus Hungaricus di János Nadányi (Debrecen, 2001), e l’Opera selecta dello stesso autore (Debrecini, 2003). Vanno ricordati, inoltre, i saggi di lingui- stica di Ilona M. NAGY sulla fortuna della lingua latina nella letteratura ungherese e sulle leggende di Santa Margherita.20 La stessa autrice ha preparato alle stampe un’edizione bilingue della leggenda ungherese di Santa Margherita (1510). Sono rilevanti le ricerche di Mihály IMRE sui topoi e sulla retorica, v. ad es. Magyarország panasza.21 Allievo di Imre BÁN, e continuatore della sua attività è István BITSKEY, che fra altri temi si occupa della ricezione dell’antichità nell’opera di Péter Pázmány.22 Ha inoltre fornito la prova, con una serie di fonti preziose, della presenza di Pázmány nella letteratura neolatina in Ungheria e all’estero (ItK).

A Szeged già fra le due guerre mondiali funzionava un eccellente centro di ricerca di filologia classica e specificamente di studi neolatini (Università Ferenc József, dopo:

József Attila Tudományegyetem, successivamente: Szegedi Egyetem), nell’ambito del quale László JUHÁSZ e József FÓGEL pubblicarono in 46 volumi la Bibliotheca Scripto- rum Medii Recentisque Aevorum (BSMRAe, 1930–1946), con la collaborazione di nu- merosi allievi, fra i quali Mária B. RÉVÉSZ che sarebbe diventata, all’università di Buda- pest, maestra di personaggi che successivamente avrebbero avuto e in parte tuttora hanno un ruolo importante negli studi neolatini in Ungheria (Ágnes KURCZ, Tamás ADAMIK, János BOLLÓK, László HAVAS, László SZÖRÉNYI, Edit MADAS, ecc.). JUHÁSZ dopo la seconda guerra mondiale però venne appartato, anche se collaborò ai lavori del Lexicon latinitatis medii aevi Hungariae (MKLSz), e pubblicò un saggio filologico di fondamen- tale importanza sul Chronicon Pictum.23 Contribuì anche alla filologia di Janus Panno-

18 In cui G. REICHERSTORFFER, De chorographia Transylvaniae (1550) et Moldaviae (1541), a cura di Ist- ván SZABADI.

19 Fra i quali l’edizione critica degli Ammonimenti di Santo Stefano, e Miracula Sancti Pauli primi heremi- te a cura di Gábor SARBAK, manuale di Bálint HADNAGY, dell’ordine dei Paolini del 1511 (Debrecen, 2003).

20 Cfr. ad es. ACD, 1997 e 2004.

21 IMRE Mihály, A Querela Hungariae toposz a XVI–XVII. század irodalmában (Il topos della Querela Hungariae nella letteratura del Cinque e Seicento), Debrecen, 1996. Nello stesso contesto occorre menzionare un altro suo saggio: Die ungarische Türkenkrieg als rhetorisches Thema in der Frühen Neuzeit, in: Deutsch- land und Ungarn in ihren Bildungs- und Wissenschaftsbeziehungen während der Renaissance, Hrsg. Wilhelm KÜHLMANN, Anton SCHINDLING, Stuttgart, 2004, 93–107.

22 BITSKEY István, Humanista erudíció és barokk világkép (Erudizione umanistica e mondo barocco), Bu- dapest, 1979.

23 JUHÁSZ László, A Képes Krónika szövegkritikájához (Contributi alla critica testuale del Chronicon Pic- tum), Filológiai Közlöny (FK), 12 (1966), 23–52.

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nius e di Paulus Crosnensis Ruthenus.24 Dopo la seconda guerra mondiale Szeged rias- sunse il suo ruolo centrale nelle ricerche di letteratura ungherese del Medioevo e del Rinascimento grazie a Bálint KESERŰ, non trascurando nemmeno i testi latini.25 Mihály BALÁZS, curatore ungherese fra l’altro della collana Bibliotheca Dissidentium (Baden- Baden), invece curò l’edizione facsimile delle opere di Ferenc Dávid.26 BALÁZS è attivo inoltre nella coordinazione delle ricerche a Szeged e a Cluj (Romania), e continua le ricer- che sul movimento degli Unitari (chiamati anche Antitrinitari) iniziate da Antal PIRNÁT e Róbert DÁN. Nell’ambito della filologia neolatina Ibolya TAR ha tradotto un’opera di János Baranyai Decsi: Szózat Zsigmondhoz, Erdély fejedelméhez (Appello a Sigismondo, principe transilvanico, 1990). Costituisce una svolta di tutta la filologia latina in Ungheria la fonda- zione di una cattedra, nel 1997 (sempre a Szeged), dedicata specificamente alla filologia neolatina, con la direzione di László SZÖRÉNYI, il rappresentante più notevole degli studi neolatini nella Mitteleuropa, dopo la scomparsa del suo maestro, Tibor KLANICZAY. Ini- zialmente ha raggiunto molti risultati nell’esame delle epopee eroiche neolatine pubblicate in Ungheria.27 Successivamente allargò l’orizzonte dei suoi studi, come testimoniano i re- centi volumi apparsi sotto il suo nome.28 Sulle orme della sua attività oggi nell’ambito dell’insegnamento e delle ricerche il concetto di letteratura ungherese é cambiato radical- mente, sotto vari aspetti, rispetto a quello di mezzo secolo fa, quando esso includeva quasi esclusivamente opere in lingua ungherese. E’ rilevante anche l’attività organizzatrice di SZÖRÉNYI, come redattore di diversi periodici di interesse anche neolatino. E’ caporedattore (dal 1996) del prestigioso Irodalomtörténeti Közlemények (Rassegna di storia letteraria, ItK), e membro della commissione redattrice (1989–1991) di Budapesti Könyvszemle (Ras- segna bibliografica di Budapest) e della rivista cattolica Vigilia. Suo collega a Szeged, István LÁZÁR partecipa attivamente alla traduzione (ad es. Petrarca) e alla pubblicazione in lingua originale di testi neolatini, anche tramite la sua casa editrice.29 Va menzionato in sede separata un centro della medievalistica, il cui promotore e maestro fu il recentemente defun- to Gyula KRISTÓ che lasciò ai posteri un’enorme mole di opere e un centro di ricerca eccel- lentemente organizzato,30 con studiosi preparati ed entusiasti (primi fra gli altri Erzsébet GALÁNTAI, Ferenc MAKK e Teréz OLAJOS).

24 JUHÁSZ László, Janus Pannonius epigrammáinak szövegkritikájához és herméneutikájához (Contributi alla critica testuale e all’ermeneutica degli epigrammi di Janus Pannonius), FK, 14 (1968), 146–185; Paulus Crosnensis Ruthenus költeményeinek szövegkritikájához (Contributi alla critica testuale delle poesie di Paulus Crosnensis Ruthenus), FK, 13 (1967), 155–175.

25 Cfr. le collane da lui curate: Adattár a XVI–XVIII. századi szellemi mozgalmaink történetéhez (Docu- menti delle correnti intellettuali nell’Ungheria dei secoli XVI–XVIII), Budapest–Szeged, 1965–; e Fontes Rerum Scholasticarum, Szeged, 1989–.

26 Defensio Francisci Davidis and De dualitate tractatus Francisci Davidis, Cracoviae, 1582, Budapest, 1983 (Bibliotheca Unitariorum).

27 SZÖRÉNYI László, Hunok és jezsuiták: Fejezetek a magyarországi latin hősepika történetéből (Unni e gesuiti: Capitoli della storia dell’epica eroica latina in Ungheria), Budapest, 1993.

28 SZÖRÉNYI László, Studia Hungarolatina, 2000; Arcades ambo, 2000; Philologica Hungarolatina, 2002.

29 Secretum, Szeged, 1999; De ignorantia, Szeged, 2003 (con la postfazione di SZÖRÉNYI L.).

30 Cfr. ad es. la Biblioteca Medievalistica di Szeged; Archivio dell’Epoca Anjou, 1990–; ecc.

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All’università di Pécs (Janus Pannonius Tudományegyetem, successivamente Pécsi Tudományegyetem) depositario principale degli studi neolatini è László JANKOVITS, successore di Antal PIRNÁT, che inizialmente collaborò con Gábor KECSKEMÉTI recen- temente trasferito all’università di Miskolc.31

Oggi anche all’università di Miskolc (Miskolci Egyetem) funziona una cattedra di la- tino, ma gli studi neolatini hanno luogo soprattutto nell’ambito dei programmi di ricerca di letteratura ungherese e di storia medievale. E’ importantissima e apprezzatissima an- che in ambito internazionale l’attività di Péter KULCSÁR, esperto di editoria nei tempi di Szeged, che scrisse la sua tesi accademica su Antonio Bonfini,32 e completò l’edizione, iniziata fra le due guerre, delle opere di Bonfini, ripristinando la collana interrotta della Bibliotheca Scriptorum Medii Recentisque Aevorum.33 Egli oggi è considerato in Unghe- ria il maggiore esperto della testologia umanistica, eccellente conoscitore della storiogra- fia medio- e neolatina (soprattutto umanistica – nel cui ambito recentemente lavora Sán- dor BENE, promettente ricercatore presso l’Istituto Accademico delle Scienze Letterarie e collaboratore con Szeged, più che con Miskolc). KULCSÁR è riconosciuto anche nel campo delle scienze della biblioteca.34 István KILIÁN ha meriti imprescindibili nel rile- vamento e nella raccolta dei drammi scolastici ungheresi (in parte scritti in latino), e nel suo atteggiamento favorevole all’insegnamento del latino anche in situazioni difficili.35 Le ricerche bibliografiche di János HELTAI, e quelle sugli studenti ungheresi nelle uni- versità straniere, altresì contengono una serie di contributi utili. Altre opere, finora non menzionate di Gábor KECSKEMÉTI hanno riscontri per la filologia neolatina nonostante che il loro oggetto sia innanzitutto l’analisi di testi ungheresi.36

31 Un loro lavoro comune è stata la cura dei volumi Neolatin irodalom Európában és Magyarországon (La letteratura neolatina in Europa e in Ungheria, Pécs, 1996), e Janus Pannonius és a humanista irodalmi ha- gyomány (Janus Pannonius e la tradizione letteraria umanistica, Pécs, 1998), mentre nel terzo volume della serie ai loro nomi si aggiunge quello di BARTÓK István (studioso soprattutto della teoria letteraria nei secoli XVI e XVII): Humanista műveltség Pannóniában (Cultura umanistica in Pannonia, Pécs, 2000). JANKOVITS è autore anche di una monografia autonoma e assai originale Accessus ad Janum: A műértelmezés hagyományai Janus Pannonius költészetében (Le convenzioni dell’interpretazione di opere letterarie nella poesia di Janus Pannonius), Budapest, 2002.

32 KULCSÁR Péter, Bonfini Magyar történetének forrásai és keletkezése (Fonti e origine della Rerum Unga- ricarum decades di Bonfini).

33 Series nova, redigunt Antonius PIRNÁT et Ladislaus SZÖRÉNYI (recentemente: anche Clara PAJORIN), Budapestini, 1976–. In questa collana è apparso l’ultimo volume (corredato di indici) di Antonius de BONFI- NIS, Rerum Ungaricarum Decades, e nel 1995 la traduzione ungherese completa ad opera di KULCSÁR (Anto- nio BONFINI, A magyar történelem tizedei). Egli stesso ha curato l’opera di Stephanus BRODERICUS, De con- flictu Hungarorum cum Solymano Turcarum imperatore ad Mohach historia verissima, Budapestini, 1985.

Nella «Series Latina» della grande impresa scientifica, il Corpus Christianorum curò i Mythographi Vaticani (I–II, Turnholti, 1987).

34 Cfr. ad es. Catalogus incunabulorum Bibliothecae Batthyányanae, Szeged, 1965.

35 KILIÁN István, A latin kérdés (La questione latina), Élet és Irodalom, 25 (1981), giugno 4, 2.

36 KECSKEMÉTI Gábor, A magyar nyelvű halotti beszéd a 17. században (L’orazione funebre in lingua un- gherese nel Seicento), Budapest, 1998; e cfr. anche la cura di: Magyar nyelvű halotti beszédek a 17. századból (Orazioni funebri in ungherese del Seicento), Budapest, 1988.

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Negli ultimi tre lustri uno dei centri degli studi neolatini è la Facoltà di Lettere dell’Università Cattolica Pázmány Péter (PPKE, Piliscsaba), in parte la cattedra di filologia classica e medievalistica voluta da Miklós MARÓTH (a mia conoscenza in Un- gheria l’unica istituzione relativa alla lingua latina sotto il cui nome appare il riferimento agli studi medievali), in parte il dipartimento di letteratura ungherese diretto da Emil HARGITTAY, in parte la cattedra di italianistica tenuta fino alla recente scomparsa da Gábor HAJNÓCZI, insigne docente e studioso. In particolare riguarda il nostro settore il lavoro del medievalista Kornél SZOVÁK che inizialmente si è fatto notare con la presen- tazione della fortuna di Orazio in Ungheria,37 da tempo invece dirige i lavori del MKLSz (v. sotto). HARGITTAY nel 1993 ha fondato una casa editrice (Universitas), le cui pubbli- cazioni spesso sono fondamentali anche dal punto di vista della filologia neolatina, come ad es. l’edizione facsimile del dizionario di Ferenc Pápai Páriz: Dictionarium Latino–

Hungaricum et Hungarico–Latino–Germanicum, 1995. E’ un importante manuale a sua cura la Bevezetés a régi magyarországi irodalom filológiájába.38 Sotto il suo patrocinio esce la collana Historia Litteraria, nella quale sono apparse, fra l’altro, opere utili anche per le ricerche neolatiniste quali ad es. Gábor TÜSKÉS.39

Recentemente anche all’Università Protestante Károli Gáspár (K[G]RE, Budapest) funziona una cattedra di letteratura ungherese del Medioevo e del Rinascimento diretta da András SZABÓ che ha pubblicato il diario latino di Albert Szenci Molnár in edizione critica, con traduzione a fronte e dettagliati commenti.40

Al di fuori delle sedi universitarie, e in parte superando le possibilità di quelle, i testi medio- e neolatini sono studiati, in modo sistematico ed organizzato, negli Istituti dell’Accademia delle Scienze Ungherese (MTA), innanzi tutto l’Istituto per gli studi letterari e l’Istituto delle Scienze Storiche. Uno dei fondatori del primo, Tibor KLANI- CZAY organizzò il Gruppo di Ricerca sul Rinascimento e sul Barocco, il cui programma, basato su una larga cooperazione internazionale, da sempre include l’analisi e la pubbli- cazione di testi, fra cui quelli neolatini, specialmente di autori dell’era rinascimentale e barocca. Anche altri gruppi di ricerca, tuttavia, prendono in considerazione questo tipo di testi; così poteva aver luogo, sotto il patrocinio della Editrice Accademica, l’avviamento della collana Bibliotheca Scriptorum Medii Recentisque Aevorum, menzionata sopra.41

37 Magyar Könyvszemle, 106 (1990), 1–12.

38 Bevezetés a régi magyarországi irodalom filológiájába (Introduzione alla filologia della letteratura un- gherese del Medioevo e del Rinascimento), della quale è uscita la terza edizione allargata (Budapest, 20033).

39 TÜSKÉS Gábor, A XVII. századi elbeszélő egyházi irodalom európai kapcsolatai: Nádasi János (Rela- zioni europee della letteratura epica ecclesiastica del Seicento); KNAPP Éva, Pietás és literatúra; HARGITTAY

Emil, Gloria, fama, literatura: Az uralkodói eszmény a régi magyarországi fejedelmi tükrökben (L’ideale del sovrano negli specula della letteratura ungherese). Tra le opere di HAJNÓCZI Gábor menzioniamo innanzi tutto il libro intitolato Vitruvius öröksége (L’eredità di Vitruvio). Non possiamo dimenticare una preziosa pubblica- zione della PPKE: Analecta mediaevalia: Tanulmányok a középkorról (Studi medievali), I, a cura di NEU-

MANN Tibor, Budapest, 2001.

40 Budapest, 2003 (Historia Litteraria, 13).

41 Nell’ambito della quale sono apparse opere quali Epithoma rerum Hungararum… di Petrus RANSANUS, a cura di L. BLAZOVICH e E. GALÁNTAI, Budapest, 1977; Opera quae supersunt omnia di Christianus SCHE-

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E’ un’enorme impresa l’edizione critica delle opere di Andreas Dudithius.42 A questo punto va menzionata la collana della Sezione I. delle Scienze Letterarie e Linguistiche della MTA avviata da Sándor V. KOVÁCS nel 1974: Memoria Saeculorum Hungariae, la quale include una serie di raccolte di studi sul tema del Medioevo, Rinascimento e Ba- rocco in Ungheria.43 Una simile impresa da parte dell’Istituto delle Scienze Letterarie è la collana citata sopra: Humanizmus és Reformáció (Era dell’Umanesimo e della Riforma protestante, redatta da József JANKOVICS).44 Vanno menzionate ancora le edizioni facsi- mili della MTA e della sua Editrice, come ad es. la Bibliotheca Hungarica Antiqua av- viata nel 1960 da Béla VARJAS, seguito nel lavoro di redazione da Péter KŐSZEGHY.45

E’ altrettanto estesa l’attività dell’Istituto delle Scienze Storiche della MTA nel campo della cultura latina in Ungheria, considerato che le fonti storiche fino alla metà dell’Ottocento in gran parte sono scritte in latino. Non possiamo estendere la presente rassegna alle ricerche di medievalistica a causa dell’enorme quantità dei lavori e delle stesse fonti e documenti neolatini.46 Dal punto di vista della filologia neolatina l’impresa più importante degli ultimi tempi è la collana Fontes della Bibliotheca Academiae Hun- gariae – Roma.47

SAEUS, a cura di F. CSONKA, Budapest, 1979; Chronica Hungarorum di János THURÓCZY, I, Textus, a cura di E. Sz. GALÁNTAI e Gy. KRISTÓ, Budapest, 1985; II, Commentarii, a cura di E. MÁLYUSZ e Gy. KRISTÓ, Buda- pest, 1988.

42 Andreas DUDITHIUS, Epistulae, I–IV, ed. T. SZEPESSY, L. SZCZUCKI, 1992–2000. Con tale opera sono collegati alcuni volumi del già menzionato Adattár, cfr. A Dudith-könyvtár (La biblioteca di A. Dudith), curato e introdotto da JANKOVICS József e MONOK István, 1993 (Adattár, 12/3); L. SZCZUCKI, Magna indole puer, in: Adattár 35, 1997.

43 Il primo volume è il già citato Középkori kútfőink kritikus kérdései (Questioni critiche delle fonti del me- dioevo in Ungheria), seguito da Janus Pannonius tanulmányok (Studi su Janus Pannonius), Budapest, 1975.

44 Ne citiamo: MÉSZÁROS István, XVI. századi városi iskoláink és a „studia humanitatis” (Le scuole civi- che in Ungheria nel Cinquecento e gli studia humanitatis), 1981; TÉGLÁSY Imre, A nyelv- és irodalomelmélet kezdetei Magyarországon – Sylvester Jánostól Zsámboky Jánosig (Inizi della teoria linguistica e letteraria in Ungheria – da János Sylvester a János Zsámboky), 1988; KLANICZAY Tibor, A magyarországi akadémiai moz- galom előtörténete (La preistoria del movimento accademico in Ungheria), 1993; R. SZALAY Ágnes, „Nym- pha super ripam Danubii”: Tanulmányok a XV–XVI. századi magyarországi művelődés köréből (Studi sulla cultura nell’Ungheria del Quattro e Cinquecento), 2002.

45 Le opere uscite in questa collana sono ad es. Grammatica Hungarolatina di SYLVESTER János (Neanesi

= Újsziget, 1539 – vol. 22), Dictionarium Latinoungaricum di SZENCI MOLNÁR Albert (Nürnberg, 1604 – vol.

24), ecc.

46 Non possiamo, tuttavia, fare a meno di citare le seguenti pubblicazioni: Chartae antiquissimae Hunga- riae ab anno 1001 usque ad annum 1196, composuit Georgius GYÖRFFY, Budapest, 1994; Elenchus fontium historiae urbanae, quem edendum curavit András KUBINYI, III/2, edd. Monika JÁNOSI, Péter E. KOVÁCS, József KÖBLÖS, István TRINGLI, Budapest, 1997, ma quest’ultimo non è pubblicato dall’Istituto. A mo’ di esempio ricordiamo l’attività di un collaboratore di vecchia data dell’Istituto: László SOLYMOSI (coautore), Monumenta rusticorum in Hungaria rebellium MDXIV, 1979; A veszprémi püspökség 1524. évi urbáriuma (L’urbarium del vescovato di Veszprém nel 1524 – con László KREDICS), 1993; A veszprémi egyház 1515. évi zsinati határozatai (I decreti della ecclesia di Veszprém dell’anno 1515), 1997; e (coautore), A veszprémi káptalan számadáskönyve (Il libro di contabile del capitolo di Veszprém), 1997.

47 Ne sono pronti i seguenti volumi: Relationes missionariorum de Hungaria et Transilvania (1627–1707), ed. István György TÓTH, 1, Roma–Budapest, 1994; Hungarici monasterii ordinis Sancti Pauli primi heremi-

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La legislatura ha un ruolo particolare nella latinità in Ungheria fino alla metà dell’Ottocento. L’analisi di questo settore, cioè della storia della giurisprudenza, quin- di, è stato sempre rilevante di per sé. Uno degli studiosi più autorevoli di questo settore in Ungheria e all’estero è stato György BÓNIS, che rivolse sempre un’attenzione partico- lare al contesto internazionale.48 Sebbene fosse stato licenziato dall’Università di Szeged per la posizione che aveva preso durante la rivoluzione del 1956, continuò la sua attività di ricerca e di pubblicazione. Nell’ambito degli studi giuridici possono meritare l’attenzione dello specialista alcuni volumi degli Jogtörténeti Tanulmányok (Studi di storia giuridica) nei quali è apparso un saggio di Lajos BOROS.49 Nello stesso volume ha visto la luce uno scritto importante di J. Lajos CSÓKA sulla legislazione di Santo Stefa- no.50 Le collezioni moderne delle leggi e dei decreti parlamentari ungheresi sono reperi- bili nell’Archivio Nazionale.51 Nello stesso archivio iniziò la carriera di Lajos PÁSZTOR, la cui opera più importante sulla storia ecclesiastica ungherese apparve nel lontano 1940, ed ha avuto una seconda edizione nel 2000.52 Successivamente PÁSZTOR si trasferì all’Archivio Segreto del Vaticano, e insegnò paleografia e diplomatica come professore laico presso l’Università Gregoriana, pubblicando opere importanti anche per la magiari- stica.53

Uno dei punti di riferimento principali della ricerca sulla cultura neolatina in Ungheria è costituito, come abbiamo detto, dall’Accademia delle Scienze (MTA), più precisamen- te da alcuni suoi Istituti. L’impresa più notevole patrocinata dall’Accademia è il Lexicon Latinitatis medii aevi Hungariae – A magyarországi középkori latinság szótára (MKLSz), il cui primo quaderno è uscito nel 1987. I lavori del dizionario furono diretti inizialmente da József HUSZTI e János HORVÁTH. Dopo la scomparsa del primo, HOR- VÁTH nel 1964 interruppe la sua collaborazione ai lavori di redazione, e a prendere in

tae de urbe Roma: Instrumenta et priorum registra, ed. Lorenz WEINRICH, 2, Roma–Budapest, 1999; Litterae principum ad papam (1518–1578) – Fejedelmi levelek a pápának (1518–1578) (Lettere principesche scritte al Papa), ed. József BESSENYEI, 3, Roma–Budapest, 2002; Litterae missionariorum de Hungaria et Transilvania (1572–1717), I–II, ed. István György TÓTH, 4, Roma–Budapest, 2002.

48 Cfr. ad es. György BÓNIS, Die Zusammenhang der Summa Legum mit dem Tripartitum, Studia Slavica, 11 (1965), 373–409.

49 BOROS Lajos, Egy késői humanista római jogász: La(c)kner Kristóf (Uno studioso tardo-umanista del diritto romano), III, Budapest, 1974, 139–151.

50 CSÓKA J. Lajos, Az első magyar törvénykönyv keletkezéstörténete (La genesi del primo codice giuridico ungherese), ibid., 153–175.

51 Decreta Regni Hungariae: Gesetze und Verordnungen Ungarns 1301–1457, collectionem manuscrip- tam Francisci DŐRY auxerunt G. BÓNIS, V. BÁCSKAI, Budapest, 1976 (Publicationes Archivi Nationalis Hungarici II, Fontes, 11); Decreta Regni Hungariae: Gesetze und Verordnungen Ungarns 1458–1490, Fr.

DŐRY collectionem manuscriptam additamentis auxerunt, commentariis notisque illustraverunt G. BÓNIS, G.

ÉRSZEGI, S. TEKE, Budapest, 1989 (Publicationes Archivi Nationalis Hungarici II, Fontes, 19).

52 A magyarság vallásos élete a Jagellók korában (La vita religiosa degli Ungheresi all’epoca degli Jaghel- lo).

53 La vita religiosa degli ungheresi prima della Riforma, Storia Religiosa dell’Ungheria, 1992; Vilmos Fraknói e i «Monumenta Vaticana historiam regni Hungariae illustrantia» (1881–1892), Rivista di Studi Ungheresi, 1995.

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mano la direzione dei lavori fu János HARMATTA che non solo scrisse la prefazione del quaderno introduttivo, ma pubblicò altri saggi di orientamento teorico relativi all’argomento.54 La redazione effettiva dell’opera è stata però compito di Iván BORONKAI e di Ibolya BELLUS, che hanno ottenuto meriti anche come curatori di varie edizioni di testi.55 Il loro ruolo è stato assunto recentemente da Kornél SZOVÁK, il che volge un particolare interesse ai testi medio- e neolatini. BORONKAI rese noti i risultati delle sue ricerche anche in ambito internazionale.56

Bisogna menzionare un dizionario botanico latino: Iohannes STIRLING, Lexicon no- minum herbarum arborum fruticumque linguae Latinae, ex fontibus Latinitatis ante saeculum XVII scriptis, I–, Budapestini, 1995–. Un altro eccellente materiale ausiliare è il Latin–magyar egyházjogi kisszótár (Vocabolario latino–ungherese dei termini del diritto canonico) di Péter ERDŐ, pubblicato nella collana Studia Theologica Budapesti- nensia della casa editrice Márton Áron (Subsidia 2, Budapest, 1996).

Anche la storia della pedagogia ebbe contributi validi, dato che dal 996 a Pannon- halma funziona una scuola dell’Ordine dei Benedettini.57 Nel campo della storia della pedagogia è da menzionare in primo luogo István MÉSZÁROS, professore dell’Istituto Nazionale delle Scienze Pedagogiche, e in seguito, docente all’Università di Budapest.

Una sua importante monografia è stata citata sopra.58

L’Accademia delle Scienze pubblica una serie di periodici che hanno vari punti di contatto con il nostro argomento. Per molti decenni la rivista in lingua straniera dell’Ac- cademia era l’Acta Litteraria (Hung.), che dedicava regolarmente spazio agli studi neo- latini.59 Tuttavia, il maggior contributo alla pubblicazione e all’analisi di testi neolatini proveniva, in accordo con il suo prestigio, da Irodalomtörténeti Közlemények (Rassegna di storia letteraria, ItK, 1891–), come si vede da un rapido elenco di saggi apparsi sulle

54 Colloque sur la lexicologie du latin médiéval, AAHung, 23 (1975), 283–284; Remarques sur le lexique de latin médiéval et le substrat hongrois, ibid., 335–344; Latin írásbeliség és nyelvi szubsztrátum a középkori Magyarországon (Scrittura latina e sostrato linguistico nell’Ungheria medievale), AntTan, 23 (1976), 75–81.

55 Iohannes VITÉZ de Zredna, Opera quae supersunt, ed. I. BORONKAI, 1980 (BSMRAe, III), inoltre PII

SECUNDI pontificis maximi Commentarii, textum recensuerunt atque explicationibus, apparatu critico indice- que nominum ornaverunt Ibolya BELLUS et Iván BORONKAI, I (textus), II (apparatus), Budapest, 1993–1994.

56 Iván BORONKAI, Die literarische Tätigkeit von Johannes Vitéz, in: Acta conventus neo-Latini Amstelo- damensis, München, 1979, 136–148.

57 Cfr. Mons Sacer 996–1996: Pannonhalma 1000 éve (Il millennio di Pannonhalma), a cura di TAKÁCS

Imre, 1996, I–III.

58 Ma bisogna menzionare l’altra sua opera fondamentale: MÉSZÁROS István, A Szalkai-kódex és a XV. szá- zad végi sárospataki iskola (Il codice Szalkai e la scuola di Sárospatak alla fine del secolo XV), 1972. Il manoscritto esaminato contiene gli appunti di argomento astrologico, musicale e retorico scritti in latino e ricopiati nella scuola parrocchiale di Sárospatak da László Szalkai, arcivescovo di Esztergom, e oggi è custodi- to nella Biblioteca della Cattedrale di Esztergom. La nutrita bibliografia delle opere di Mészáros con l’aggiunta di note biografiche è stata pubblicata da József TÖLGYESI (Veszprém, 1997).

59 Cfr. ad esempio Ferenc HERVAY, Die lateinischen Gesänge in András Petris handschriftlichen Gesang- buch, 13 (1971), 161–1666. – L’opera più importante dello stesso autore è: Repertorium historicum Ordinis Cisterciensis in Hungaria, Roma, 1984.

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pagine di essa.60 Il Egyetemes Philologiai Közlöny (Bollettino di filologia universale, EPhK, 1877–1948) e il Filológiai Közlöny (Bollettino di filologia, FK, 1955–) che vi subentrò, mantenne in grandi linee il profilo del suo predecessore in quanto continuava a dar luogo a comunicati di interesse neolatino, soprattutto relativamente al Rinascimento e all’Umanesimo.61

Un organo dedito alla coltivazione degli studi neolatini è l’ottantenne Vigilia, rivista cattolica, sulle cui pagine negli ultimi cinquant’anni é apparsa una lunga serie di scritti in parte scientifici, in parte divulgativi sulla cultura neolatina in Ungheria. Restano partico- larmente attuali i contributi di J. Lajos CSÓKA.62 A questo punto occorre ricordare gli studi di storia ecclesiastica condotti da József TÖRÖK che esercitò ad un livello altissimo, con un’impeccabile preparazione, l’analisi e l’edizione delle fonti.63

Una roccaforte degli studi neolatini fu sempre la Transilvania, dove anche dopo la sua annessione alla Repubblica Rumena continuarono le ricerche a testimonianza dell’appartenenza organica alla cultura ungherese, come dimostra chiaramente l’opera di due studiosi transilvanici. Il recentemente scomparso István TÓTH, è stato professore della Facoltà di Magistero di teologia a Marosvásárhely (Tîrgu Mureş), ed eccellente traduttore di poeti umanisti latini. Di particolare importanza sono le sue traduzioni da Janus Pannonius, che è stato oggetto, come per altri umanisti ungheresi, di alcuni suoi saggi di argomento estetico.64 L’altro studioso transilvanico è il paleografo tuttora attivo, Zsigmond JAKÓ.65 La sua opera fondamentale è A latin írás története (La storia della

60 JELENITS István, A latin nyelvű epigramma tizennyolcadik századbeli piaristák költői gyakorlatában (Epigrammi in lingua latina nella pratica poetica dei Piaristi nel secolo XVIII – con un riassunto francese:

L’épigramme de langue latine dans la pratique poétique des piaristes du XVIIIe siècle), ItK, 73 (1969), 176–

197.

61 Cfr. HUSZTI József, Pier Paolo Vergerio és a magyar humanizmus kezdetei (Pier Paolo Vergerio e i pri- mordi dell’Umanesimo in Ungheria), FK, 1 (1955), 521–533.

62 Innanzi tutto il fondamentale: CSÓKA J. Lajos, Szent István Intelmének és Törvényeinek szerzősége (L’attribuzione degli Ammonimenti e delle Leggi di Santo Stefano), Vigilia, 29 (1964), 453–462; e una mono- grafia intitolata A latin nyelvű történeti irodalom kialakulása Magyarországon a XI–XIV. században (La genesi della letteratura in lingua latina in Ungheria nei secoli XI–XIV), Budapest, 1967.

63 Cfr. ad es. A magyar pálos-rend liturgiájának forrásai, kialakulása és főbb sajátosságai, 1225–1600 (Fonti, genesi e principali caratteristiche della liturgia dei Paolini ungheresi), 1977; Il millennio a Székesfe- hérvár (con László LEGEZA), 2001; A 11. század magyar egyháztörténete (Storia della Chiesa in Ungheria nel secolo XI), 2002; A 12. század magyar egyháztörténete (Storia della Chiesa in Ungheria nel secolo XII), 2002.

64 Cfr. ad es. Janus Pannonius genealógiája (La genealogia di Janus Pannonius), in: Janus Pannonius, a cura di KARDOS Tibor, V. KOVÁCS Sándor, Budapest, 1975, 65–75, in tedesco: Die Genealogie von Janus Pannonius, ALittHung, 14 (1972), 377–387; v. inoltre: Rakovszky Márton humanista költői munkássága: Mi- loslav Okál tanulmányai (Opera poetica dell’umanista Márton Rakovszky: Studi di Miloslav Okál), FK, 28 (1982), 368–372.

65 Di lui ci limitiamo a citare solo alcune opere: JAKÓ Zsigmond, A kolozsmonostori apátság hamis okleve- lei (Diplomi falsi dell’abbazia di Kolozsmonostor), Levéltári Közlemények, 55 (1984), 111–139; Váradi Péter könyvtárának töredéke Kolozsvárott (Frammento della biblioteca di Péter Váradi), Magyar Könyvszemle (MKsz), 74 (1958), 345–350; Erdély és a Corvina (La Transilvania e le Corvine), MKsz, 82 (1966), 237–244, riedito nella raccolta dei saggi dell’autore: Írás, könyv, értelmiség (Scrittura, libro e intellighenzia), Bucureşti, 1976.

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scrittura latina – con Radu MANOLESCU, 1987), nonché sono importanti le edizioni di fonti da lui curate.66 L’insigne studioso ha avuto meritatamente le massime riconoscenze nel suo ottantesimo compleanno, in occasione del quale gli è stata dedicata un’imponente raccolta di saggi (Kolozsvár, 1996). Il libro del fondatore e rettore recentemente scom- parso dell’Università Sapientia di Kolozsvár (Cluj), Sándor TONK tratta la cultura della Transilvania in un contesto europeo.67 Il transilvanico György SZABÓ è diventato noto nell’ambito dei lettori ungheresi soprattutto con le sue antologie di aneddoti medievali, da lui tradotti.68 Ha un profilo particolare la rivista letteraria, artistica e culturale edita a Bratislava (Slovacchia), il Kalligram (1992), nella quale si profila sempre più spiccata- mente l’attività del noto ricercatore di Janus Pannonius, Zoltán CSEHY, in stretto rapporto con le ricerche parallele svolte in Ungheria.69 CSEHY è specialista altresì della poesia erotica neolatina e del Petrarca, poeta latino.

Gli studi della Bibliotheca Corviniana coinvolgono non solo gli studiosi transilvanici ricordati sopra; per molto tempo erano coltivati dai coniugi Csaba CSAPODI e Klára CSA- PODI-GÁRDONYI, bibliotecari e storici della cultura, autori del catalogo più completo e più affidabile delle Corvine: Bibliotheca Corviniana, Budapest, 19813 e 1990; e curatori del catalogo dei codici e dei libri in stampa del periodo anteriore al 1526.70 E’ molto utile un’altra loro opera comune, A középkori magyarországi irodalom lelőhely-katalógusa (Catalogo e reperibilità della letteratura ungherese medievale, Budapest, 1995). CSAPODI ha dei meriti anche nella scoperta di testi di Janus Pannonius, anche se a volte con risultati discutibili.71 Janus Pannonius è una figura non solo della letteratura ungherese, ma anche di quella croata, come è dimostrato dalla monografia di Marianna D. BIRN- BAUM, pubblicata a Zagabria (Zagreb).72 L’autrice, emigrata dall’Ungheria negli Stati Uniti, tuttavia partecipa attivamente alla vita culturale ungherese, recentemente come docente della Central European University (CEU). Purtroppo manca un’edizione critica delle opere di Janus Pannonius, cui non suppliscono le Opere di Janus Pannonius in ungherese e in latino (edito da Sándor V. KOVÁCS, Budapest, 1987); né le edizioni fac- simili, come quella del testo di Sambucus del 1569 (Budapest, 1972) e quella di Iani

66 A kolozsmonostori konvent jegyzőkönyvei, 1289–1556 (Verbali del convento di Kolozsmonostor), I–II, 1990; Erdélyi okmánytár (Documenti della Transilvania), I, 1023–1300, Budapest, 1997.

67 Erdélyiek egyetemjárása a középkorban (Studi all’estero degli studenti transilvanici nel Medioevo), Bu- cureşti, 1979.

68 Bucureşti, 1976.

69 Ursa és Ursula (Ursa e Ursula), in: Humanista műveltség Pannóniában, op. cit., 39–46.

70 Bibliotheca Hungarica, I–III, Budapest, 1988–1994.

71 CSAPODI Csaba, A Janus Pannonius-szöveghagyomány (Tradizione dei testi di Janus Pannonius), Buda- pest, 1981; recensito da BORONKAI Iván, MKsz, 98 (1982), 292–294; da V. KOVÁCS Sándor, Magyar Tudo- mány, 90 (1983), 241–243; da CSONKA Ferenc, Irodalomtörténet, 66 (1984), 627–635. – Sul tema v. inoltre:

János HORVÁTH, Les poésies inconnues de Janus Pannonius dans le Manuscrit de Séville, ALittHung, 19 (1977), 1–38, in ungherese: Janus Pannonius ismeretlen versei a Sevillai-kódexben, ItK, 1974; e RITOÓK Zsigmond, Jegyzetek az új Janus-szövegekhez (Note sui nuovi testi di Janus), in: Opuscula classica mediaeva- liaque in honorem J. Horváth, Budapest, 1978, 399–406.

72 Marianna D. BIRNBAUM, Janus Pannonius: Poet and Politician, 1981; presentata da SZÖRÉNYI László, ItK, 89 (1985), 237–242.

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Pannonii Poëmata, di Sámuel TELEKI e Sándor KOVÁSZNAI TÓTH (1784) con un saggio di Gyula MAYER, che del resto è uno dei collaboratori della preparazione della nuova edizione critica. Fortunatamente abbiamo a disposizione una bibliografia selettiva su Janus Pannonius, redatta da Enikő BÉKÉS, presso l’Istituto delle Scienze Letterarie (Bu- dapest, 2002).

La collezione di materiale più cospicua della cultura neolatina in Ungheria si trova nella Biblioteca Nazionale (Országos Széchényi Könyvtár, OSZK), il cui reparto di manoscritti contiene 35 unità provenienti dell’ex Bibliotheca Corviniana, e lo stesso reparto possiede la copia delle altre Corvine. Al 200mo anniversario della fondazione della Biblioteca Nazionale è stata organizzata una mostra intitolata Sovrani e Corvine, accompagnata da un volume per bibliofili (Budapest, 2002). Per il XIII Congresso dell’IANLS del 2006 è in progetto un’altra mostra ancora su determinati aspetti della collezione corviniana. E’ in corso di preparazione la versione digitale di tutte le Corvine appartenenti un tempo alla biblioteca del re Mattia. Di altre mostre della stessa Bibliote- ca Nazionale sono apparsi altri volumi.73 Il direttore generale è attualmente István MO- NOK che nel 2002 ha avviato la collana Margaritae Bibliothecae Nationalis Hungariae, in cui vengono pubblicati i libri più preziosi della biblioteca.74

La Biblioteca Nazionale ospita un centro di ricerche dell’Accademia delle Scienze, denominato Fragmenta Codicum, fondato nel 1974 da László MEZEY, successivamente diretto da András VIZKELETY e recentemente da Edit MADAS. Nell’ambito del lavoro di questo centro continuano ad uscire preziose pubblicazioni anche su altre collezioni di libri e documenti in Ungheria.75

Sotto l’egida della Biblioteca Nazionale vengono pubblicati dal 1979 i cataloghi del materiale delle biblioteche ecclesiastiche ungheresi.76 Anche la Biblioteca dell’Acca-

73 Kódexek a középkori Magyarországon: Kiállítás az OSZK-ban (Codici nell’Ungheria medievale: Mostra nella Biblioteca Nazionale), a cura di VIZKELETY András; Három kódex: Az OSZK millenniumi kiállítása (Tre codici: Esposizione al in occasione del Millennio della Biblioteca Nazionale), a cura di KARSAY Orsolya, Budapest, 2000 (Libri de libris); Cimélia: Az OSZK középkori kincsei (Tesori medievali della Biblioteca Nazionale), a cura di KARSAY Orsolya (Libri de libris) – tutte edizioni bilingui.

74 Un altro suo lavoro (con MADAS Edit): A könyvkultúra Magyarországon a kezdetektől 1800-ig (La cul- tura del libro in Ungheria dalle origini al 1800), Budapest, 2003 (versione allargata dell’edizione del 1998).

75 Fragmenta codicum in Bibliotheca Universitatis Budapestinensis, rec. L. MEZEY cum sociis in opere A.

FODOR, E. MADAS, T. WEHLI, I. TÖRÖK, P. TIMKOVICS, G. SARBAK, Z. FALVY, P. ERDŐ, Budapest, 1983, I/1;

Fragmenta codicum in Bibliotheca Seminarii cleri Hungariae centralis, rec. L. MEZEY cum sociis in opere A.

FODOR, E. MADAS, G. SARBAK, T. WEHLI, I. LAUF-NOBILIS, C. FÜLEP, L. VESZPRÉMY, Z. FALVY, W. PASS, P.

ERDŐ, C. BOROSS, Budapest, 1983, I/2; Mittelalterliche lateinische Handschriftenfragmente in Esztergom, ed. A. VIZKELETY, ecc., Budapest, 1993, II; Mittelalterliche lateinische Handschriftenfragmente in Győr, ed.

A. VIZKELETY, ecc., Budapest, 1998, III; VIZKELETY András, Az európai prédikációirodalom recepciója a Leuveni Kódexben – Die Rezeption der europäischen Sermonesliteratur im „Lövener Kodex”, Budapest, 2004, IV.

76 Fra i quali: FEKETE Csaba, G. SZABÓ Botond, A Tiszántúli Református Egyházkerület Nagykönyvtárá- nak (Debrecen) kéziratkatalógusa (Catalogo manuale dell’Arcibiblioteca Riformata del Territorio Transtibis- co), Budapest, 1979; SZABÓ Flóris, A Pannonhalmi Főapátsági Könyvtár kéziratkatalógusa (Catalogo ma- nuale della Biblioteca dell’Abbazia di Pannonhalma), Budapest, 1981; ecc.

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demia delle Scienze possiede un fondo prezioso di interesse medio- e neolatino, se ne vedano anche le pubblicazioni.77

Sono relativamente pochi gli scrittori ungheresi che nella seconda metà del secolo XX hanno contribuito alla letteratura neolatina, ma il livello delle opere è altissimo. Citia- mo innanzitutto il nome di Sándor LÉNÁRD, che sebbene nato a Budapest, trascorse la maggior parte della sua vita in Italia, in Brasile e negli Stati Uniti, e tradusse in latino il famoso libro per ragazzi di A. A. Milne, con il titolo Winnie ille pu (New York, 1958 [?], São Paolo, 1959). Un redattore di rubrica della Chicago Tribune scrisse del libro che

«does more to attract interest in Latin than Cicero, Caesar and Virgil combined».78 Il libro è stato pubblicato anche in Ungheria, sebbene tardivamente (Budapest, 1992).

Un’altra traduzione latina di LÉNÁRD è il bestseller di Françoise Sagan, intitolato: Tristi- tia salve (Stockholm, 1963).79 LÉNÁRD non ha mai dimenticato di promuovere nella sua patria di origine la causa del latino represso in nome della «cultura comunista».80 Sono degne di attenzione anche le poesie scritte in latino di István GARAI, pubblicate in edi- zione bilingue e su riviste francesi.81 Lo stesso poeta serbò la memoria della rivoluzione del 1956.82 Bence FEHÉR, docente della PPKE (Università Cattolica), e successivamente della KGRE (Università Riformata) ultimamente ha tradotto in latino alcuni classici ungheresi.83 Zoltán RIHMER e Béla NÉMETH si sono cimentati nella poesia in latino, in forme metriche classiche (poesie del secondo poeta sono apparse sulla rivista Melissa di Bruxelles). Recentemente Géza VADÁSZ, editore di testi neolatini ha richiamato l’atten- zione a un tentativo poetico ludico in latino, intitolato Ad animositatem sapientium, del grande poeta del primo Novecento, Mihály BABITS.84

I dati finora presentati dimostrano che nella seconda metà del Novecento in Ungheria sono stati istituiti una serie di centri di ricerca, periodici, progetti nell’ambito degli studi neolatini, che si poggiano sulla collaborazione di uno stuolo di esperti preparati e ambi- ziosi. E’ sorta la necessità di creare un’istituzione nazionale centrale, la cui idea proviene innanzitutto da László SZÖRÉNYI, da vari anni relatore, spesso insieme ad altri studiosi menzionati sopra, nei convegni internazionali dell’IANLS. E’ stato quindi fondata il 28 dicembre 2000 la Hungaria Latina – Societas Neolatina Hungariae, da allora presie-

77 Ne rende conto solo parzialmente: CSAPODI Csaba, GÁRDONYI Klára, Ariadne: A középkori magyaror- szági irodalom kéziratainak lelőhely-katalógusa (Catalogo e reperibilità degli manoscritti della letteratura ungherese medievale), Budapest, 1995. Sono più affidabili degli stessi autori: Csaba CSAPODI, The Corvinian Library: History and Stock, Budapest, 1973; e Klára CSAPODI-GÁRDONYI, Die Bibliothek des Johannes Vitéz, Budapest, 1984.

78 Citato dal poeta, giornalista e professore di latino Pál RÓNAI, Latin és mosoly, Budapest, 1980, 44–54.

79 Della genesi della prima traduzione v. lo stesso LÉNÁRD, Pu, der lateinische Bär, Stuttgarter Zeitung, 22 giugno 1961 (supplemento della domenica, il che di per sé segna la grande importanza divulgativa dell’opera).

80 Cfr. Élő latin (Latino vivo), FK, 17 (1971), 120–123.

81 Cfr. Ignavia propraetorum – A helytartók gyávasága, 1994; Flammae parvae lucernarum – Lángja ki- csi mécseseknek, 1998.

82 Cfr. Tiszta lelkek zendülése, 1992; Pompéji katona: Költő az önkényuralom idején, 1994.

83 Carmina Ungarica selecta in Latinum versa a Benedicto FEHÉR, 1999; v. inoltre: Testamentum Porcelli, 2000.

84 Argus, 2005, 95–99.

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duta da László HAVAS, completa di una serie di centri locali o specializzati (Debrecen – pres.: I. TEGYEY; Miskolc – P. KULCSÁR; Piliscsaba – K. SZOVÁK; Szeged – E. Sz. GA- LÁNTAI; sezione degli insegnanti di latin delle scuole medie – Amália B. HEGYI). L’as- sociazione nel 2002 è diventata membro ufficiale dell’IANLS, forum internazionale degli studi neolatini, simile a quello degli studi di filologia classica, la FIEC, di cui l’Ungheria è da molto tempo membro attivo. Per quanto riguarda gli studi neolatini, a Debrecen negli ultimi anni hanno avuto luogo due grandi convegni, Classica – Mediaevalia – Neo- latina I–II, organizzati dalla locale cattedra di filologia classica e dalla commissione accademica. Ciò ha senza dubbio contribuito al fatto che nel 2004, al XII Convegno dell’IANLS tenuto a Bonn è stata affidata all’Ungheria l’organizzazione del seguente convegno da tenere a Budapest, nel 2006, sotto la direzione di László SZÖRÉNYI, attual- mente uno dei vicepresidenti dell’IANLS. Al convegno di Bonn, del resto, hanno parte- cipato studiosi ungheresi in numero superiore a tutti i convegni precedenti. Il convegno preparatorio avrà luogo nel settembre del 2005 a Debrecen, e avrà per tema le interrela- zioni culturali in base a documenti neolatini (v. il titolo simbolico: Hercules Neo- Latinus). E’ di particolare importanza che oggi l’associazione possiede un periodico redatto da László SZÖRÉNYI e Gábor KECSKEMÉTI, pubblicato in forma di supplemento speciale in lingua straniera del Irodalomtörténeti Közlemények (Rassegna di storia lette- raria, ItK): Camoenae Hungaricae, 1, 2004 (curam huius tomi edendi susceperunt Insti- tutum Litterarum Academiae Scientiarum Hungaricae nec non Hungaria Latina – Socie- tas Neolatina Hungariae).

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KAPCSOLÓDÓ DOKUMENTUMOK

Roma, 2005, Gregorián University Press ; Tamás Tóth, « Si millus incipiat nullusfiniet » La rinascita déllé Chiesa d ’Ungheria dopo la conquista turca n ell’activitá

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