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Cose avvenute in Transilvania nei secoli seguenti intorno la religione et l'altre cose di guerra

In document TRANSILVANIA ANTONII POSSEVINI (Pldal 63-73)

A TRANsiLVANIA, di assoluto dominio fatta membro dipendente del regno di Ungheria, soggiacque a quei medesimi accidenti, i quali avvennero a tutto'l regno : salvo che, come situata in paese per natura assai più munito di tutto l'altro, et meno vicina all' invasioni de' Germani o degli Orientali, godette sempre maggiore pace et sicurezza dell'altre provincie. Però, et quale fu il governo di tutto'l regno, tale fu quel di Transilvania (eccetto alcuni privilegii maggiori) sì come poi si dirà. Et il narrare ciò, che in universale seguì sotto varii re, sarebbe di soverchio, trovandosi questo assai distintamente nei libri di coloro, i quali scrissero con prudenza, verità et fede cattolica l'historie dell'Ungheria : quali furono Pietro Randano, Antonio Bonfinio et Michele Ritio, il quale in compendio ridusse le decadi del Bonhnio. Ma perciochè in ogni secolo alcuni particolari avvennero, i quali conosciuti molto impor­

tano al irne, il quale mi ho prescritto in questi commentarii, però gli toccherò sommariamente.

Morì dunque il Santo re Stefano, Mille et trentaotto anni doppo la salute nostra, regnato havendone trentasette. Et di lui non essendo restato successore, fu eletto Pietro figliuolo di Sarolta, sorella del re santo, la quale a Guglielmo duca di Borgogna era stata maritata. Ma et questo, per la tirannide discacciato et dappoi ritor­

nando fu ucciso, sì come anco fu Aba, il quale pure haveva per 1044 moglie un'altra sorella de! santo re : col fresco esempio del loro 1047

governo, et amendue mostrarono quanto giovava la virtù, la vigi­

lanza et la pietà del santo re, per l'administratione de' regni, per la pace et salvezza de' sudditi, et per la propagatione della gloria di Dio ; et quanto al mutare del timone tutta la nave et governo corse naufragii dannosissimi. Erano tre della stirpe, o parentela del re santo, i quali stavano lungi da questi romori : Béla, Andrea,

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Leventa; ma questi due ultimi, ritiratisi nella Russia, fuggivano piú lungi i pericoli accennati loro della crudeltâ di Pietro.

Quando gli Ungheri, disiderosi di haverne alcuno per re, et di scuotere il giogo della religione Christiana, gli rivocarono in questo modo. Vatha, huom fiero, nato nella terra nominata Belo, si votö affatto a' demonii; et fattosi radere il capo, secondo la maniera de' Sciţi, lasciö tre capegli crespi, al modo de' pagani, il che anchora

usano i Turchi. Alquanti anni dappoi, Giano suo figliuolo, tristo pollo di cattivo ovo, raccolse incantatori et incantatrici et auruspici; et Andrea re innanti il vallo o ripari del campo de' nimici, pubblicarono un'editto di questa sorte : Qualsivoglia Unghero ripigli l'antiche loro cerimonie. Ritorni al culto de'Dii di Scitia. Lasci i riti christiani et pellegrini. Pigli l'armi contra i Christiani. Uccida Pietro tiranno. assai inclinato al paganesimo, gli Ungheri costrinsero Andrea a pigliare il regno, con conditione, che affatto si sterpasse la religione 1047 Christiana. Ma egli, coronato l'anno Millesimo et

quarantesimo-settimo, et impadronitosi del regno, fece per tutto promulgare un editto in tal modo: Sotto pena della vita, qualsivoglia Unghero, o habi-tante in Ungheria, o forastiero il quale la frequent a, deponga il rito pagano; etlasciate affatto le ceremonie Scitiche, le quali il re, percioché cosi era spediente, poco innanti haveva permesso, ritorni anco incon-tenente alia vera fede di GIESU CHRISTO; et riceva la sacra legge data dai Santo re Stefano; ogni villaggio, terra et cittâ rifaccia i tempii et le basiliche distrutte; porti riverenza et ubbidisca, secondo il modo di prima, ai pontefici et a'collegii de sacerdoţi; revochi i riti christiani;

discacci le profane cerimonie et i falsi Dii ; getti a terra i loro

Capo 6. 33 ladronezzi, et da ogni violenza et ingiuria. Qualsivoglia dunque, il quale sprezzerà questo decreto, o gli contraverrà, perda la vita

ciato da Béla suo fratello, il quale di Polonia fu chiamato alla corona, 1061 et 1 havere Anito miseramente la vita, dieno segno che a Dio non fu

Nel medesimo secolo i Chuni, popoli crudelissimi, havendo per loro capitano Cropulco, Agliuolo di Crulo, assalirono prima dedicasse una chiesa alla Beata Vergine, protettrice dell'Ungheria, et le aggiungesse una terra, colla quale restasse munita. Fecela il santo bellissima, et ornolla con doni amplissimi; la quale fu poi

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sede episcopale, et chiamò la terra Varadino. Et Analmente Tanno :o9s 1095, doppo il decimonono anno del suo regno morendo, fu con inAnite lagrime seppellito nella detta chiesa, gli Ungheri per tre anni portando il duolo della sua morte. Morendo, et a questa, et a tutte Taltre chiese di Ungheria, lasciò grandissimi doni. Et havendo molto prima aggiunto la Dalmatia et la Croatia al suo regno, et fatto segnalati miracoli anco dopo morte, i quali (se bene Timprese, le quali, mentre visse, prosperamente fece, bastavano di farlo conoscere per vero cittadino del cielo) furono cagione, che conti­

nuando dopo cento et tre anni, dal ponteAce Romano fosse posto nel catalogo de' santi. Il che confermò assai nella religione christiana la Transilvania vicina, nella quale hora parte di quel contado si comprende, sì come di sopra toccammo.

CAPO 7.

Ciò che più notabile avvenne in Transilvania nei seguenti secoli insino al Mille cinquecento della salute nostra.

L SEGUENTE secolo, il quale fu il Millesimo et ducentesimo, come già le cose in Transilvania havevano fatto maggior progresso, così il governo meglio si disponeva ; le città co­

minciavano con maggiore splendore ad ediAcarsi, et le chiese ad ampliAcarsi; così anco i Germani, detti Sassoni, i quali erano già in grande numero,ricevettero la prima voltale sediet privilegii di Geysa, secondo re di questo nome et duodecimo di Ungheria, primogenito di Béla cieco. Delle quali sedi, come di tutte Taltre, et della disposi­

none di tutta la Transilvania in particolare (per non ripetere più volte il medesimo) l'ordine ricerca ch'io ragioni al principio del seguente 1175 libro. Aiutò poi lo stabilimento delle cose publiche Béla III. figliuolo di Geysa secondo, il quale doppo tre suoi fratelli succedendo al regno, con cura intensissima liberò tutto'l paese dagli assassini et ladri, dei quali era il numero cresciuto fuor di modo. I privilegii parimente della libertà, conceduti alquanti anni doppo alla nobiltà da Andrea secondo, Agliuolo di Béla Terzo, nominato Hierosolimitano* per quell'impresa, dove fu vittorioso, aiutarono il progresso di molte cose buone;

massimamente mentre i nobili se ne servirono in bene, et per premio della virtù gli riconobbero. Nè insino all'anno Mille quattrocento- '440 quaranta si leggono cose più particolari di quelle, che nell'historie

* Fu fatto re ne! 1205.

Capo 7. 37 primo, figliuolo di detto Carlo, il quale fu fatto re per la resignatione 1542 di Casimiro, la cui sorella era sua madre/ furono (ma fuori di Tran­ salute nostra, che la Transilvania producesse personaggi, i quali con imprese gloriose la rendessero molto più chiara di prima; per­

ciochè Giovanni Corvino nacque di Butto, huom Valacco, in Huniadé, piccola terra di quella provincia verso il Mezzogiorno, essendone un'altra del medesimo nome verso l'Occidente/Questi ascendendo pei gradi della virtù a diversi honori, et fatto poi vaivoda di Tran­

glieria, all'assalto della città di Cibinio. Giovanni parimente uccise 1442 Sabatine, ch'era un' altro bassà del Turco; il quale bassà con nuovo essercito haveva rinovato la guerra in Transilvania, nel territorio di Haczak, vicino a Vaskapu, dove furono posti i nimici in fuga.

Prese poi vivo Carambeio, beglerbeio dell'Asia, et lo sottopuose a taglia, e snervò in tal modo le forze di Amurate, ch'egli fu costretto a procurare le conditioni della pace. Diece volte fece fatti d'armi, quattordici volte, alla sprovvista assalito da' Turchi, sempre hebbe

* Bonifacio V I I I . ^ Niccolò Boccasino cardinale. * Elisabetta.

* Questo hoggidi si chiama Bánífyhunyad.

vittoria. Due sole volte, per mancamento di gente, et per serbarsi forse al governo di Ungheria, della quale doppo'l fatto di armi di Vama fu fatto governatore, lasciò sanguinosa vittoria al nimico.

1456 Egli morendo nel Mille quattrocento cinquantasei, fu portato et seppellito in una chiesa di Alba Giulia, la quale egli fundato haveva.

Huom cattolico et pieno di religione; e til quale, come spesso si confessava, nè si sdegnava di pigliare per compagno nelle sue imprese San Giovanni da Capistrano, huom santo dell'ordine di San Francesco, divenne col braccio di Dio, di basso stato, protet­

tore del christianesimo.

Di tanto padre adunque restarono due prodi figliuoli : Ladislao 1457 et Mathia. Ma Ladislao fu fatto morire da Ladislao re, per havere 1456 nella rocca di Buda ucciso Ulrico conte di Ciglia, il quale più volte indegnamente l'haveva irritato ; se bene il re alla madre di Ladislao*

in Temesvár, innanti il Santissimo Sacramento, haveva giurato et promesso perdono. Ma come Dio non si scorda facilmente di sì brutte ingiurie, così quel re fu da altri con veleno in Praga estinto ; et all'hora che si apparecchiava alle nozze, morì nel fiore de' suoi anni, quell'istesso giorno, nel quale l'anno precedente haveva fatto 1458 morire quel giovine figliuolo di Giovanni, et fratello di Mathia

Corvino ; il quale Mathia succedette poi nella corona di Ungheria.

Et questo è quel grande re, il quale essendo prima nato in Kolozsvár, città di Transilvania, fu giovinetto di Boemia chiamato al regno di Ungheria; et oltre haverlo propagato et divenuto terrore de' Turchi, et di altre nationi (de' Germani et de' Boemi), fu non una volta invitato da principi christiani per Generale capitano della chri- stianità contra Turchi. Esso fra l'altre cose alla Transilvania, la quale per opra di un Benedetto Ruffo^, autore di quella seditione, gli si era col suo vaivoda Giovanni sollevato contra, rimise il freno, andandovi in persona con essercito; col quale parimente domata la perfìdia di Stefano vaivoda di Moldavia, il quale haveva fomen­

tato le fattioni di Transilvania, se ne ritornò in Agria con triomfo. Et guerreggiando dappoi più anni contra gli heretici di Boemia, et contra i Turchi, lasciò dopo se quel nome, che anchor dura nel mondo.

Avvenne però nel medesimo secolo, et sotto l'istesso re Mathia, un'altra guerra in Transilvania, la quale fu in questa maniera. Era l'anno Mille quattrocento settantanove, quando

1479 Maomete, imperatore de' Turchi, mandò Alibeco bassa con sessanta mila de' suoi per assalire di nuovo la Transilvania. Di questa era

* Elisabetta Hunyadi. 2 Traduzione del suo nome originario ; Veres.

Mathia Re d'Ungheria.

(Sopra la porta del castello di Ortemburg ; Bautzen.)

vaivoda Stefano Báthory, huom di molta fortezza et fede. A lui dunque toccò il carico di ragunare le forze, per opporsi a' nemici et insieme a Paolo Kinizsi, conte di Temesvár et governatore di quel tratto, a nome del re Mathia.

Quei due, postisi, all' ordine, fecero fatto d'armi il terzodecimo Oct. di Ottobre, giorno dedicato a Santo Colomanno martire, nella pia­ Stefano restò celebratissima. Perciochè all'essercito suo, il quale voleva come per tristo augurio ritirarsi, perchè era nel principio deirimpresa caduto col cavallo a terra, disse queste parole : Chiun­

que guerreggia per la gloria di Dio, et per l'honore della Santissima Vergine, come potra mai con sinistri augurii entrare in zuffa! Pero lasciata la paura, seguitemi compagni, con core intrepido. Il cavallo certo teme le future ferite, senza le quali le guerre non si fanno. Ma credetemi; questo mi riportera hoggi con voi vittorioso.

Or ritornati in Alba, anchorchè havesse ricevuto gravissime ferite, mentre in mezzo de' Turchi andava cercando il loro bassà, per combattere con lui, nissuna cosa hebbe più a core, che di ordinare, che rese gratie a Dio, si facesse una piccola chiesa, dove era seguito il fatto d'armi, et quivi seppellitisi i corpi christiani, ogni anno si offerisse il Santo sacrificio dell'altare a Dio, per le loro anime, cogli altri divini uffici. Et è ancora hoggidì in piedi quel luogo, il quale io viddi. Mandò parimente in Italia, alla Beata Vergine in Loreto, a soddisfar' al voto, il quale fatto le haveva. Il che pure hoggidì in una tavola di argento si serba in quella santa capella, con mentioné di questo fatto. Et oltre ciò, come la vera pietà non può esser' nascosta, edificò in Bàthor, terra originale della sua famiglia, una bellissima chiesa, la quale anchora era stata conservata in piedi da Nicolò Báthory, conte di Ecsed, sì come egli mi disse: quantunque i Calvi­

nisti havessero molto disiderio di distruggerla, non meno delle altre, acciochè non si vedesse la memoria della religione cattolica, et l'essempio dei veri capitani christiani, i quali guerreggiarono le guerre di Dio.

1490 Morto Mathia re nell'anno novantesimo, et havendo alcuni anni regnato Vladislao Secondo, il quale fu primogenito di Casimiro i;i4 re di Polonia, corse la Transilvania col restante dell Ungheria

gravissimo pericolo, per una spaventosa guerra, la quale fra i nobili

Sigillo pendente di Ludovico II.

Re d'Ungheria.

et rustici fu suscitata; la quale fu Analmente spenta, per opra di Giovanni di Sepusio, vaivoda di quella provincia, in un crudele conflitto, il quale seguì appresso Temesvár. Nè molto dappoi morendo 1516 Vladislao, et succedendogli suo Agliuolo Ludovico Secondo, il quale

nelle fascie, mentre viveva il padre, fu eletto re di Ungheria, et dappoi infelicemente morì nel fatto di arme, seguito col Turco nella ,526 pianura di Mohács, cominciò a crollare di maniera il regno di Ungheria, che non solo non ha mai potuto lievare il capo, come prima, ma insieme cadendo in gravissime divisioni, et nelle cose politiche, et massime in quella della religione, resta hoggidì più spettacolo dei giudicii di Dio, che forma di libero imperio. Il che tutto acciochè con maggior frutto si comprenda, i seguenti libri havranno le cose più segnalate di questo secolo, avvenute doppo la morte di detto Ludovico Secondo.

DEL COMMENTARIO DI TRANSILVANIA

In document TRANSILVANIA ANTONII POSSEVINI (Pldal 63-73)