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I soprusi di carattere economico

Soprusi nel campo religioso

III. I soprusi di carattere economico

La perdita di diritto dei magiari dell’Alta Ungheria alla posizione di nazionalità di secondo ordine — ripetiamo che la politica del governo ceco svolge una snazionalizzazione sistematica della minoranza magiara — trova il suo punto culminate nelle misure poste in vigore dalla legislatura e dal governo cechi per distruggere alle basi 1’esistenza economica dei magiari.

Su tale terreno anche i magiari della Slovacchia e della Rutenia hanno da lottare contro un fatto concepito freddamente e posto in esecuzione con la più salda delle tenacie. Questo fatto prende sempre maggiormente forma concreta e serve di elemento cardinale alla politica dei governi suc­

cessi al potere dal 1919 in poi, spesso sotto forma di legge o di regolamento applicato col nome di necessaria riforma democratica, umanitaria o d’altro genere ed altre volte invece apertamente e con vero spirito del più puro ci­

nismo. Si tratta di privare gli ungheresi, nel modo più rapido e più completo possibile, delle risorse economiche conquistate in mille anni di continue fa­

tiche. Non vi è un solo campo della loro vita economica esentato dalla poli­

tica dei „briganti" che tratta duramente i cittadini di nazionalità magiara in tutto il territorio della repubblica.

L’Assemblea Nazionale cecoslovacca ha emanato parecchie „leggi" „per mettere in vigore il regolamento della proprietà". Secondo tali leggi tutte le proprietà che comprendono più di 150 ettari di terreno coltivabile, in complesso più di 250 ettari, sono sequestrate. A meno che lo Stato non se ne impossessi, il terreno sequestrato in tal modo è assegnato come proprietà fondaria libera, posta in pallio tra i piccoli possidenti o gli artigiani, o dati di preferenza ai „legionari"

czechi ed alle persone appartenenti all’armata cecoslovacca, nonché ai geni­

tori di „coloro che sono morti per la patria in seguito alla guerra" ed agli invalidi. Le terre possono essere anche affittate alle associazioni composte dalle dette persone, allo scopo di farvi erigere degli edifici, alle società di agricoltura e cooperative, ai comuni e ad altri enti pubblici, a enti morali ed infine a delle istituzioni scentifiche, umanitarie e di pubblica utilità. Nell’assegnare delle terre, sono concessi speciali privilegi ai

„legionari11 ed ai membri dell’armata cecoslovacca, od ai loro genitori se sopravvissuti, che hanno fatto la guerra contro il „nemico". Codeste cate­

gorie hanno la precedenza.

Un istituto speciale di carattere amministrativo noto col nome di „Uffi­

cio Agrario" venne istituito per occuparsi dei dettagli relativi al sequestro ed all’assegnazione delle terre. L’opera di tale ufficio è controllata dal „Co­

mitato amministrativo" composto di dodici membri eletti per tre anni dal

La cosidetta Riforma Agraria. Principali

disposizioni della Legge sulla Riforma

agraria.

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l’Assemblea Nazionale (termine che finisce sempre per durare da un’elezione all’altra).

La Legge di Espropriazione (numero 215 del 1919) dichiara come prin­

cipio fondamentale che „nessun compenso“ può essere dato per le terre prese a cittadini degli stati „nemici", nè per quelle acquistate illegalmente, nè per quelle ancora appartenenti a coloro che durante la grande guerra sono stati fautori di serii ostacoli nei riguardi della nazioni cecoslovacca.

Codesto principio fondamentale non fu applicato in questo senso dalla Legge bisogna ammettere quindi che codesti procedimenti sono contrari ai prin- cipii della giustizia, sopratutto perchè in dispregio al preteso carattere demo­

cratico della repubblica cecoslovacca ed in contrasto diretto col principio del diritto di uguaglianza civile e politica, le leggi sulla riforma agraria furono promulgate non da un corpo legislativo fondato sulle elezioni dei cittadini dello Stato aventi diritto di voto, ma in parte da una Convenzione Nazionale Rivoluzionaria (Nationalauschuss) e dall’Assemblea Nazionale Rivoluzio­

naria formata quale supplemento della dette Convenzione. Ora codesta As­

semblea Nazionale era composta esclusivamente di membri cechi e slovacchi non eletti e non aveva neanche un solo rappresentante della minoranza ma­

giara; ciò che è una vera beffa del principio fondamentale della democrazia:

,,nil de nobis sine nobis“.

Una negligenza assoluta per l’uguaglianza dei di­

ritti di tutte le nazionalità garantita dal trattato per la protezione delle minoranze è implicata nelle disposizioni della legge, che, per un trattamento diverso di fronte a coloro che reclamano in questioni riguardanti la distri­

buzione delle terre, prescrive che la preferenza sia data

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invece un organo amministrativo per il fatto che il suo personale è senza eccezione ceco. Esso si arroga il diritto discrezionale di decidere quali prò- prietà dovranno essere distribuite nonché l’ordine e l’ampiezza della distri­

buzione. L’Ufficio Agrario approfitta evidentemente del suo diritto ed in tutte le occasioni non prende in considerazione che gli interessi dei cittadini cechi.

I membri del „Comitato Amministrativo" che controllano l’Ufficio Agrario" furono eletti dall’Assemblea Nazionale Rivoluzionaria, nella quale le minoranze non furono assolutamente rappresentate. Noi diremo a questo proposito che, per quanto il termine della carica dei membri di codesto Co­

mitato Amministrativo sia scaduto già da lungo, in senso ufficiale, il Comi­

tato originario continua ad essere attivo di modo che oggin neppure un solo magiaro si trova fra i suoi membri. Dunque un organo composto esclusivamente di persone appartenenti alle nazionalità che formano la mag­

gioranza, ha l’unico diritto di disporre e ciò senza alcuna possibilità di appello contro le sue disposizioni e le sue decisioni relative alle rivendicazioni dal momento che le terre appartengono a persone che si considerano appartenenti alle minoranze. Ecco dei procedimenti che sono indubitabilmente contrarii alle minoranze.

La disposizione della detta legge riguardante il prezzo di acquisto è pure de facto contraria alle minoranze. Poiché se le terre prese ai proprietari latifondisti ungheresi fossero state assegnate esclusivamente a dei magiari che le avessero rivendicate anche ad un prezzo più basso di quello stabilito dalla legge, non ne sarebbe derivato tanto danno ai magiari. Ma siccome avvenne proprio il contrario, il pagamento dei prezzi medi degli anni 1913—

1915 — pensando che una corona oro di allora equivalesse ad una corona ceca attuale 1) — dava a questa disposizione un vero carattere di confisca delle proprietà, almeno ne riguardi degli ungheresi. Il carattere unico del prezzo applicato alle terre espropriate si trova aggravato dai gravami sui beni sequestrati ad eccezione del prelevamento sulla fortuna che incombe dalla parte della proprietà sequestrata, vale a dire i reclami dei lavoratori e degli altri funzionarii che perdono in seguito alla distribuzione delle terre i loro mezzi d’esistenza: tutto ciò è calcolato sulla base del valore attuale e tolto dal prezzo d’acquisto. La somma poi è pagata al proprietario a titolo di risarcimento in ragione della metà secondo gli interessi fissi, allora al tasso del 3%, ed oggi a quello del 4%.

La riforma agraria è generalmente motivata o piuttosto scusata con l’affermazione degli effetti pregiudicabili dal punto di vista sociale deri­

vante dalla concentrazione in alcune mani di grandi distese di terreni. *)

*) Il valore della corona ceca è all’incirca pari al 15% della corona di prima della guerra.

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Inoltre scopo principale di una tale riforma generalmente ammesso negli stati vicini è 1° di renderla possibile col ridurre la distesa delle grandi proprietà fondiarie soggette ad un risarcimento completo per fare in modo che i più picccoli possidenti, anche coloro che hanno solo un palmo di terra, possano ingrandire i loro campi ed avere la possibilità di seguire un sistema nazionale di agronomia e 2° di permettere ai lavoratori dei campi di liberarsi da qualsiasi dipendenza.

Ora il vero scopo della riforma agraria nei territori della Slovacchia e della Rutenia abitati dai magiari è del tutto diverso. I cechi volevano risol­

vere non la questione agraria, ma tutta un’altra cosa. Essi volevano spo­

destare i proprietari magiari dalle loro terre ad un prezzo equivalente ad una confisca per poi far passare queste terre ai cechi ed agli slovacchi, pri­

vando così i magiari dalla condizione, dalla base prima e più importante del mantenimento della loro individualità nazionale e nazionalizzando in tal modo i distretti magiari. Ciò traspare dalla stessa legge, ma salta agli occhi dall’ap­

plicazione della riforma agraria e dalle dichiarazioni degli uomini di Stato più in vista e dai funzionari superiori cechi.

In un discorso pronunciato a Pozsony nel 1925 Benes l’attuale mi­

nistro degli affari esteri così si esprimeva sulla riforma agraria:

„La riforma agraria è una rivincita per la battaglia della Montagna Bianca (Weissberg), per l’espulsione del nostro popolo all’estero, per la germanizzazione e per la magiarizzazione dei territori cechi e slovacchi ed in via generale una restituzione di tutto il male che ci è stato fatto.**

Questo discorso fu pubblicato in un giornale intitolato „Slovenska Politica** (numero 254, 1925).

Ora i magiari non ebbero nulla a che fare con la battaglia della Montagna Bianca, che fu una lotta agli Stati protestanti del Regno ceco allora esistente e la Lega Cattolica, condotta da Ferdinando II0 imperatore di Germania. I magiari almeno non ebbero in questa battaglia una parte da poter giustificare l’esplosione vendicativa del Signor Benes. La verità storica si è che gli Stati protestanti cechi e tedeschi che furono sconfìtti nella battaglia della Montagna Bianca erano alleati di Gabriele Bethlen, Principe magiaro della Transilvania.

A questo proposito citeremo il seguente estratto del processo verbale stenografato della riunione ufficiale sulla riforma agraria svoltasi nell’anno 1919:

li deputato Kral (membro del comitato amministrativo dell’Ufficio agrario) : Lo scopo della riforma agraria rivoluzionaria dev’essere la cechiz- zazione delle terre".

Deputato Bergmann (del Partito Rasin) : Sono del parere che nei di­

stretti magiari e tedeschi devesi adottare un solo procedimento e cioè che gli stabili che sono presi dallo Stato vengano dati in affìtto esclusivamente

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ai cechi e che essi non possono diventare proprietà assoluta degli abitanti cechi che dopo un certo periodo di tempo.

Deputato Bergmann: La messa in vigore della riforma agraria cosi come è stato descritto è in stretta connessione con la questione della colo­

nizzazione, la quale dev’essere eseguita innanzi tutto nei territori non abitati dai cechi“.

Direttore Kafka: Non abbiamo che una sola via: tenere ciò che abbiamo nelle nostre mani e dare ai cechi le terre che ancora non si trovano nelle mani dei cechi

Dott. Duras: Dal punto di vista nazionale noi dobbiamo fare della riforma agraria un mezzo per trasferire la terra dalle mani magiare e tedesche nelle mani ceche“.

Deputato Modracek, (incaricato di presentare il progetto di legge) : Non c’è dubbio che il progetto (l’Atto di confisca) comprende una sorgente ineasuribile di terre agricole fertili especialmente per noi legionari. Per tutte queste ragioni sono dell’avviso che questa riforma non è solamente una riforma sociale, ma nello stesso tempo anche una riforma nazionale nel vero senso della parola.

Deputato Nemec (nazionale-democratico) : Se noi faremo approvare questa riforma e se saremo ispirati da uno scopo di giustizia sociale non potremo non considerarla come una questione nazionale della più alta importanza. Poiché le grandi proprietà fondiarie del nostro paese per così dire tutte nelle mani degli stranieri.

La riforma agraria sarà eseguita daH’Ufficio Agrario, il quale avrà il dovere — dovere importante ed onorevole — di vigilare ch’essa sia effet­

tuata con soddisfazione di tutti. Vi è interessata la nazione intera.

Deputato Binovec (democratico sociale ceco) : Lo scopo della legge attuale è di sequestrare i latifondi senza indennizzo come punizione e come retribuzione per i crimini commessi contro la nostra nazione.

Deputato dott. Vishkosky (Partito agrario ceco, attualmente Presidente dell’Ufficio agrario incaricato di mettere in vigore la Riforma agraria) : Vista l’importanza della terra per la nostra nazione, la Riforma agraria è assolutamente identica alle questioni generali d’ordine nazionale e politico che toccano il nostro popolo e la nostra nazione, in cui l’amore della terra è nel sangue. . . . La liberazione politica della nostra nazione non può dunque effettuarsi intieramente senza quella della terra.

„Perdere la terra per la nostra nazione e per il nostro Stato equivarrebbe a perdere tutto. Intanto noi desideriamo ugualmente che i nostri legionari ed anche i superstiti dei legionari e degli invalidi che sono morti nella grande Guerra ...

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Il seguente estratto è ricavato dalla relazione del Comitato ammini­

strativo dell’Ufficio Agrario, presentata dal Presidente della Repubblica il 16 febbraio 1922.

„La riforma agraria diventa simultaneamente effettiva con la restau­

razione dell’indipendenza del nostro Stato; essa rappresenta la volontà ferma ed inconcussa della nazione di liberare e di nazionalizzare la terra che è la fonte di quasi tutte le ricchezze del paese.

Relazione dell’Ufficio agrario diretta al ministro del Commercio (nu­

mero 8396/2 21) in data del 19 ottobre 1921: „La riforma agraria servirà anche ad aiutare la nazionalizzazione dell’industria agricola. Il ministro del Commercio si rende certamente conto che una parte considerevole delle istituzioni, di cui abbiamo fatto menzione, si trovano in mani straniere alla nazione cecoslovacca, straniere per origine e per sentimenti. . . “

Il Ministro Hodsa (parlando della Riforma agraria) : „Non possiamo che felicitarci d’esserci sbarazzati della nobilità magiara. Ma la terra slovacca, tutta la terra slovacca dev’essere destinata al popolo slovacco. Il sequestro dei latifondi per noi equivale ad una confisca in favore della madre patria slovacca11. (Discorso pronunciato al Congresso del Partito agrario ceco a Praga e pubblicato nel ,,Venkov“ del 30 aprile 1919).

Il ministro Hodsa (vedi il ,,Venkov“ del 13 settembre 1921) Fino a quando un Andrássy, un Károlyi o altri, qualunque sia il loro nome, possederanno un sol pezzo di terra, la nazione slovacca non sarà affatto libera . . . La riforma agraria in Slovacchia è un problema nazionale e poli­

tico . . . E'questo un dovere storico dello Stato cecoslovacco, come un nostro diritto nazionale."

Il dottor Vishkovsky, Presidente del’Ufficio agrario (Vedi la „Pozem- kova reforma“, Voi. II. pag. 71): „Terreni forestieri e la Riforma agraria":

„L’esperienze e, lo sviluppo progressivo dimostraranno in qual misura ed in quale lasso di tempo lo Stato potrà riuscire a impadronirsi delle terre forestiere. Dico „riuscire" poiché qui si tratta non solamente dello Stato e del punto di vista nazionale . . . . “

Il consigliere ministeriale Fiala (dell’Ufficio agrario) in occasione dell’inchiesta del Partito nazionale-democratico sulla riforma agraria („Anketa o pozemkové réforme. K tisku upravil Dott. Duras, v. Prazé, 1922, pag. 26). „La questione nazionale è inseparabile da quella della nazio­

nalizzazione delle foreste situate lungo la frontiera

Ibid. pag. 28: Anche nelle corporazioni legislative la questione fu vagliata qualmente le proprietà confiscate dopo la battaglia della Montagna Bianca potrebbero essere sequestrate senza indennizzo. Degli esperti e degli storici furono d’accordo nel dichiarare che occorrono tre mesi di lavoro per fare le perizie e le ricerche necessarie per fornire delle garanzie adeguate, per cui la Riforma agraria fu aggiornata per un periodo di tempo indefinito,

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Per questa ragione occorreva trovare ed imporre una soluzione: per legge fu accordato un compenso d’un valore relativamente sì insignificante che fu un colpo anche per coloro che legalmente avevano diritto alle loro pro­

prietà . . . L’Ufficio agrario farà indubbiamente il necessario affinchè pos­

siamo approfittare della Riforma, anche dal punto di vista nazionale . ..

Congresso degli agrari cechi.

Estratto del discorso del deputato Dott. Vishkovsky, attualmente Pre­

sidente dell’Ufficio agrario, relativo alla Riforma agraria:

„Questct terra dev’essere nazionale; ogni grado ed ogni classe della nostra nazione deve avere la sua parte di terra. Ecco la chiave di volta della grande Riforma agraria che adesso è sulla via d’essere compiuta. Non esiste la liberazione della nazione senza la liberazione del suolo. La ques­

tione della terra è una questione d’importanza nazionale. (Venkov, 1° mag­

gio 1919, pagg. 1—2).

Il congresso del Partito nazionale della „Republikanska strana cesko- slovenskevo venkora“, (Partito agrario ceco) : Estratto della relazione sulla Riforma agraria del deputato Masata e del dott. Vozenilek (vedi „Venkov11 del 30 giugnio 1922) : „La Riforma agraria è la corona della nostra libera­

zione economica e nazionale . . .

„Punto 3. Nella distribuzione delle terre la preferenza sarà data ai legionari, ai quali dobbiamo la nostra Riforma Agraria, ai loro sforzi per la liberazione della nostra Patria che hanno reso possibile questa riforma . . .

Punto 7. Laddove non ci sono abbastanza reclami per le terre seque­

strate, come nei distretti industriali la cui popolazione è minore che nelle regioni di frontiera dev’essere fatta una colonizzazione ardita con la coope­

razione degli elementi pervasi di sentimenti nazionali.

Punto 13. Devesi appoggiare fortemente la nazionalizzazione delle foreste sequestrate lungo la frontiera e ciò per delle considerazioni di carat­

tere strategico e politico.

Conferenza del Partito dei Nazionali democratici cechi, svoltasi il 27 marzo 1922: estratto della relazione sulla Riforma agraria redatto dal signor M. B. Kral, membro del Comitato amministrativo dell’Ufficio agrario:

„Fin dall’inizio i Democratici nazionali hanno posto il principio della Riforma agraria, perchè la terra, pilastro riconosciuto della Nazione e della Stato, possa essere trasferita alle persone leali alla Nazione ed allo Stato.

Conferenza del Partito dei Nazionali democratici cechi, svoltasi il 28 marzo 1922: estratto della Risoluzione sulla Riforma agraria. . . “ Le nostre richieste circa la Riforma agraria sono le seguenti:

„L’attività colonizzatrice dev’essere effettuata senza ritardo, poiché con questo mezzo le frontiere dello Stato saranno assicurate, con lo stabi­

limento degli elementi leali alla Nazione ed allo Stato. (Vedi il „Narodni Listy“ del 28 marzo 1922. Supplemento.)

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Il deputato Bergmann (In occasione dell’inchiesta sulla Riforma agraria indetta dal partito nazionale democratico — „Anketa o pozemkové reforme“, K. tisku upravil Dr. V. Duras v., Praze, 1922) : „La maniera di mettere in vigore la Riforma agraria è in istretta connessione con la questione della colonizzazione, che noi preferiremmo naturalmente eseguire innanzitutto nei distretti non cechi. E’un grande errore dell’Ufficio agrario quello di cominciare l’opera della riforma nella parte centrale della Boemia, dove non esiste nessun pericolo dal punto di vista nazionale'1.

Il deputato Bergmann: „Una colonizzazione nelle regioni della fron­

tiera è possibile. Una tale colonizzazione dovrà essere fatta con maggiore rapidità nei distretti germanizzati con impiegati e lavoratori cechi“ (Citato dal senatore Knesch alla seduta del Senato il 25 gennaio 1922: comparso nel processo verbale stenografato della seduta. Pagg. 883. 4.)

Luigi Schamberger („Navrh Smernic pro pozemkorou reform" Prin­

cipi della Riforma agraria — pubblicato dalla Società degli Amici dell’Ac­

cademia del Lavoro Masaryk, Praga, 1921) P. IL „Dal punto di vista nazionale la Riforma agraria deve attendersi i seguenti risultati:

„Essa dove trasferire le terre dalle mani dei veri nemici del popolo ceco e slovacco come da quelle dei nemici della Repubblica petr metterla nelle mani dei veri patrioti cechi e slovacchi".

„Essa non deve permettere che le terre riconquistate ai cechi ed agli slovacchi dalla Riforma agraria cadano ancora una volta nelle mani degli stranieri."

Queste dichiarazioni sono pervase da uno sciovinismo feroce ed incon­

testabilmente contrario agli interessi della politica dello Stato in uno Stato composto di nazionalità; esse non fanno che tradire un desiderio accanito di spogliare le minoranze dei loro beni materiali.

Non c’è da meravigliarsi se l’Ufficio agrario fedel- L’attività del — mente allo spirito delle dichiarazioni del suo presidente, l’Ufficio agrario. dei ministri e degli uomini influenti appartenenti al par­

tito governativo, serve in pieno il vero scopo della Ri­

forma agraria per spogliare i magiari e per snazionalizzare i distretti ungheresi.

Nei territori della Slovacchia e della Rutenia, secondo i dati pubbli­

cati dal presidente dell’Ufficio agrario nella „Pozemkovi Reform" (Gazzetta Ufficiale dell’Ufficio Agrario) fino alla fine dell’anno 1926 sono state distri- buitie 250,000 ettari tondi di terre arabili. Restano ancora da distribuire circa 135,000 ettari in Slovacchia e 5,000 ettari in Rutenia. L’estensione delle foreste nazionalizzate in tutto il territorio della Repubblica fino alla fine del 1926 s’eleva a 157,000 ettari, di cui 20,000 ettari furono distribuiti ai comuni.

(Restano ancora circa 4 o 5 milioni di foreste, il cui „diritto di proprietà"

non è stato ancora „regolato".)

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Dobbiamo precisare che le terre distribuite sono state assegnate quasi esclusivamente agli abitanti appartenenti alla maggioranza, innanzitutto ai cechi ed in secondo luogo agli slovacchi. I magiari aspiranti alla terra

Dobbiamo precisare che le terre distribuite sono state assegnate quasi esclusivamente agli abitanti appartenenti alla maggioranza, innanzitutto ai cechi ed in secondo luogo agli slovacchi. I magiari aspiranti alla terra