• Nem Talált Eredményt

La riforma agraria è stato il mezzo più efficace per distruggere le minoranze come lo dimostrano i fatti che seguono:

In seguito all’espropriazioné delle terre comuni dei villaggi, ricche comunità ungheresi furono impoverite in modo che le spese che prima erano a carico delle parrocchie vennero a cadere, in seguito all’applicazione della legge agraria, sugli abitanti dei singoli villaggi. Oltre a ciò si può dire che la espropriazione di tali terre ha provocato in genere delle ingiustizie vera­

mente straordinarie.

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Ad esempio, il comitato (provincia) di Csik possedeva una grande pro­

prietà immobiliare di 62,501 jugeri, gli utili della quale servivano al mante­

nimento delle scuole, degli orfanotrofi, dei maestri e degli scolari poveri.

Codesti terreni situati in un territorio prettamente magiaro, furono seque­

strati dal Governo mentre simili possedimenti giacenti in due comitati romeni, aventi un’estensione rispettiva di 463,327 e di 253,000 jugeri furono dichiarati esenti dall’applicazione dell’espropriazione.

La disposizione della Legge agraria secondo la quale la superficie dei terreni esenti da espropriazione venne fissata in 50 jugeri sulle montagne e in 100 jugeri in terreni accidentati, fu applicata spessissimo e arbitraria­

mente in modo poco corrispondente alle sue vere intenzioni. Difatti dipen­

deva completamente dai funzionarii del Ministero dell’Agricoltura — i cosidetti „agronomi" — se il distretto veniva considerato montagnoso o solamente accidentato. Immaginare le perdite che derivarono agli ungheresi da una disposizione di questo genere.

Secondo l’articolo 9, capitolo I. della Legge, le terre concesse ai pro- prietarii non agricoltori di professione potevano essere ridotte a 10 jugeri.

Migliaia di possidenti ungheresi, impiegati dello stato, avvocati, medici, maestri hanno perduto in tal modo la maggior parte dei loro beni.

Una simile disposizione è applicata anche nel Regat (l’antico regno romeno), ma con la differenza che le terre appartenenti a funzionarii dello stato, ad ufficiali od a vedove sono esenti da espropriazione.

Tutti i terreni sorpassanti l’estensione di sette jugeri, appartenenti ad ungheresi stabilitisi nella Transilvania dopo il 1885, sono esposti al sequestro. In seguito a tale disposizione, più di 2,200 piccoli possidenti ungheresi di 12 o 15 jugeri, vennero a perdere i tre quarti delle loro terre.

Essi presentarono una istanza alla Società delle Nazioni, la quale prese in considerazione la loro domanda, obbligando il Governo romeno a risar­

cire loro le perdite. Ma la somma da loro avuta non fu certamente adeguata alle perdite ed ai danni subiti.

L’elemento romeno nelle città della Transilvania non forma che una minoranza insignificante. Ma ciò non pertanto la romenizzazione di quelle città è uno degli scopi principali della politica del governo romeno. La legge agraria contiene una disposizione, la quale non viene che a rafforzare queste intenzioni del governo. Secondo tale disposizione, allo scopo di promuovere la costruzione di case, i terreni liberi, nonché i terreni adatti alla costruzione di case nelle città, i giardini ed i terreni coltivabili, dentro una data cerchia delle città e dei villaggi, sono soggetti al sequestro. Siccome di tali specie di terreni se ne trovano nella maggior parte nei sobborghi delle città, l’80% dei sequestri portati su tale base a compito, venero a ledere la classe povera. I terreni in tal modo sequestrati vennero o distribuiti tra

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funzionarii dello stato romeno oppure venduti a privati. Con questi metodi viene effettuata la romenizzazione delle città.

Il danno più serio recato ai proprietarii di fondi ungheresi deriva dall’ap­

prezzamento dei terreni. Secondo la legge agraria, i prezzi delle terre sotto­

poste a sequestro non può sorpassare la media dell’anno 1913 che era all’in- circa di 600 o 1000 leu oro.

Supponiamo che il Governo romeno riesca a stabilizzare il leu a 30 centesimi. In tal caso, se una proprietà di 100 acri è sequestrata a ragione di 1000 o 1500 leu per jugero, il proprietario viene a ricevere dei Buoni dello Stato d’un valore nominale di 1.000,000 a 1.500,000 leu carta, dando il 5%

che significano 50 o 75,000 lei carta che rappresentano il valore annuo oro di 1500 o 2250 lei.

Compenso veramente magro per un terreno di 1000 agri.

Nell’antico territorio della Romania il valore delle terre sequestrate fu quaranta volte superiore a quello dell’affitto delle terre nel periodo 1917—

1922. La vendita diede da 2000 a 3200 lei per jugero. E’evidente quindi che i proprietari dell’antico territorio del Regno vennero a ricevere una somma due volte, spesso più di due volte superiore a quella dei proprietarii di ter­

reni in Transilvania.

Nella vecchia Romania i terreni vennero misurati per ettari, in Tran­

silvania per jugeri catastali (un ettaro essendo uguale a 1,737 jugeri catastali) di modo che i proprietari di fondi dell’antico territorio del regno ricevettero quasi due volte per estensione la terra lasciata ai proprietarii della Tran­

silvania. In una parola i proprietari dell’antica Romania ebbero 500 ettari, mentre quelli della Transilvania ebbero 500 jugeri. In Transilvania, le terre che si trovano situate in varii distretti sono considerate formanti un solo possesso dal punto di vista della quota. La legge romena non contiene alcuna disposizione a questo proposito, di modo che i proprietari di terreni dell’antico territorio della Romania possono ritenere la massima estensione in ciascuno dei loro possessi anche se dispersi.

Intendiamo citare un esempio caratteristico e sorprendente delle ten­

denze antimagiare del Governo e della legislazione romena. Si tratta del caso degli optanti ungheresi. L’articolo 63 del trattato del Trianon dice esplicitamente che „gli optanti avranno il diritto di mantenere le loro pro­

prietà immobili". Ora, ad onta di tale patto, il parlamento dichiarò che le terre degli optanti venivano a cadere sotto alla legge relativa ai sequestri ed esse difatti furono ben presto sequestrate.

Gli effetti malefici della legge agraria furono anche accentuati dal modo con cui essa fu applicata. Non si vide nel periodo della sua applicazione che tutta una sequela di ingiustizie e di corruzioni. La relazione della „Casa Centrala a Improprietarirei", società formata per aiutare i contadini ad ottenere delle terre, palesa i numerosi abusi che furono commessi e rileva

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551 casi di corruzione amministrativa. Il giornale „Romania41 dei romeni di Transilvania dava la seguente descrizione dei funzionarli che erano stati chiamati ad applicare la legge, i cosidetti agronomi: „L’agronomo è una persona che si nutre della rovina e del dolore dei contadini distribuendo le sue terre a delle persone che non ne hanno alcun diritto44.